Oggi 24 dicembre, Santi Antenati di Gesù: in questa Vigilia di Natale ricordiamo la stirpe del Salvatore

Nel giorno della Vigilia di Natale la Chiesa commemora i Santi Antenati di Gesù, coloro che sono stati grandi nella stirpe in cui si è inserito il Salvatore. 

Santi Antenati di Gesù
Santi Antenati di Gesù – lalucedimaria.it

Il 24 dicembre, nella Vigilia della Notte Santa, quella in cui si commemora la Nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, si ricordano i Santi Antenati di Gesù. Il Martirologio Romano dedica a loro la memoria liturgica e li ricorda con queste parole: “Commemorazione di tutti i santi antenati di Gesù Cristo, figlio di Davide, figliod i Abramo, ovvero di quei padri che piacquero a Dio e che, trovati giusti, pur senza avere ricevuto le promesse, ma avendole soltanto guardate e salutate da lontano, morirono nella fede: da essi nacque secondo la carne il Cristo, che è al di sopra di tutto il creato, Dio benedetto nei secoli“.

Nella Messa Vespertina nella Vigilia del Natale del Signore, la liturgia ci propone l’incipit del Vangelo di Matteo, in cui sono elencati gli antenati di Gesù. La genealogia di Gesù è riportata nel Vangelo di Matteo (1,1-16) e nel Vangelo di Luca (3,23-38).

Santo di oggi 24 dicembre: Santi Antenati di Gesù, una storia di fede che attraversa i secoli per portarci il segno della speranza

Nel Vangelo secondo Matteo la genealogia parte da Abramo e giunge, di padre in figlio, fino a Gesù, saltando gli antenati durante la deportazione a Babilonia. Vediamo poi che nel Vangelo secondo Luca la genealogia è proposta a partire da Gesù, di figlio in padre, fino ad Adamo, “figlio di Dio”. Il numero di generazioni, pur diverso nelle due genealogie. In entrambe è multiplo di sette, numero dal forte valore simbolico, che ha significato di completezza nelle Sacre Scritture.

La figura di san Giuseppe in entrambe le genealogia non viene presentata come padre biologico di Gesù, ma come padre adottivo. Le due genealogie rimandano alla profezia di Isaia, che annuncia il Messia come germoglio dell’albero di Iesse (Is 11,1-2).

Si parla poi della discendenza davidica di Maria, come facevano comunemente i Padri della Chiesa. Anche san Paolo affermò che Gesù era “nato dal seme di Davide secondo la carne”. C’è poi san Giovanni Damasceno che interpreta la genealogia secondo Luca come quella di Maria, mentre l’evangelista Matteo descriverebbe la genealogia di Giuseppe. La sua ipotesi fu accreditata da Annio di Viterbo nel 1502.

Ipotesi e ricostruzioni storiche

Da quel momento in poi è stata quella con la maggior approvazione. La genealogia di Luca riporterebbe la discendenza davidica di Maria, come ipotizzò anche sant’ Ireneo di Lione, e Gesù risulterebbe “figlio di Davide” anche secondo la carne.

In questo modo trova compiutezza e veridicità la profezia del Salmo 131,11 e l’annuncio dell’Angelo Gabriele a Maria Santissima. Ci fu poi san Tommaso d’Aquino che all’ipotesi di sant’Ireneo aggiunse quella secondo cui Maria apparteneva alla tribù di Levi per parte di madre, così come Elisabetta,che appunto era sua parente.

Gli antenati santi di Gesù sono i patriarchi e i re d’Israele menzionati nelle genealogie evangeliche (Matteo e Luca), e includono le figure di Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuda, Re Davide e Iesse, da cui discende la “radice” messianica. Sono spesso celebrati nell’arte cristiana come l’albero di Jesse. Essi sono considerati “santi” non tanto per una canonizzazione moderna, ma per la loro importanza nella storia della salvezza e per essere stati parte della linea messianica promessa da Dio. 

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