Quando un Santo muore, non è raro che il suo corpo rimanga incorrotto, anche dopo la sepoltura e la conseguente riesumazione.
Ciò vuol dire che, la decomposizione delle sue spoglie mortali avviene lentissimamente o non avviene affatto, come se il Santo non abbandonasse mai questo mondo e noi, che ne seguiamo l’esempio e ne chiediamo l’intercessione.
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Ma ci sono altri segni che possono accompagnare la nascita al cielo di un Santo. Eccone alcuni:
La flessibilità del corpo è un altro segno particolare, che lascia il Santo caldo, come se fosse ancora in vita. Accadde alla Beata Maria della Passione e al Beato Domenico Lentini (che aprì gli occhi alla presenza dell’Eucarestia), solo per citarne un paio.
Il rilascio di fluidi dal corpo, come sangue liquido, olio, manna, acqua è un segno molto diffuso tra i Santi. Citiamo, tra tutti, l’olio trovato nella tomba di San Gerardo Maiella, a cento anni dalla sua morte; quello che fuoriusciva (insieme a una forte luce) dalla bara di
San Charbel e che non si poteva quasi contenere; la mamma che, ogni anno, si raccoglie alla tomba di San Nicola di Bari.
Non mancano, poi, i Santi che hanno compiuto dei movimenti evidenti e indiscutibili, dopo la morte, o che hanno avuto nel corpo (anche internamente, ad esempio sul cuore) segni della flagellazione di Cristo.
Alcuni Santi, poi, al momento della loro morte, sono ringiovaniti. Accadde a San Francesco d’Assisi e a Sant’Antonio di Padova.
Antonella Sanicanti
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