San Celestino V, il Santo di oggi 19 maggio: rivestì l’umile saio

San Celestino V rivestì la carica di Pontefice dal 29 agosto 1294 fino alla rinuncia, avvenuta il 13 dicembre dello stesso anno. Condusse una vita eremitica, fondando diversi eremi.

San Celestino V
San Celestino V (photo websource)

San Celestino V, al secolo Pietro da Morrone, nacque intorno al 1215 a Isernia (Molise). Attratto sin da giovane dalla vita monastica, si fece benedettino all’età di vent’anni.  Soggiornò dapprima nel monastero di Santa Maria in Faifoli. La sua vocazione era principalmente caratterizzata dalla pratica ascetica: decise dunque di ritirarsi nel 1239 in una caverna situata sopra Sulmona (Abruzzo). Il monte  prese da quel momento il nome di Monte Morrone. Dopo diversi viaggi, durante i quali passò anche per Roma, Pietro si ritirò in preghiera sui monti della Maiella.

La fondazione della Congregazione

Pietro aveva il desiderio di condividere la sua spiritualità e nel 1244 decise di fondare una Congregazione ecclesiastica. Il Papa, che a quel tempo era Gregorio X, riconobbe tale congregazione, che prese il nome di Congregazione dei frati di Pietro Morrone (più avanti avrebbe preso il nome di Congregazione dei frati celestini).

L’inaspettata elezione al soglio pontificio

A seguito della fondazione della Congregazione, Pietro si ritirò ancora per molti anni in vita eremitica sulla Maiella. Nel frattempo i monasteri avevano raggiunto più di trenta sedi, con 600 monaci e oblati. Papa Niccolò IV morì nel 1292 e nel mese di aprile di quell’anno si riunì il conclave. La sede rimase vacante per molto tempo poiché i cardinali erano divisi in due partiti. L’eremita Pietro aveva inviato una lettera al cardinale Latino, in cui aveva predetto gravi castighi alla Chiesa, se non avesse scelto la sua guida. La fama di santità dell’eremita si era intanto fatta nota e i cardinali, convinti che fosse lui la figura più giusta per guidare la Chiesa in un momento così difficile, diedero il voto a Pietro Morrone, su proposta del cardinal Latino.

Il papato di Celestino V

La notizia dell’elezione gli fu recata da alcuni ecclesiastici, che si recarono sul Monte Morrone per annunciare l’elezione di Pietro. Pietro fu dunque eletto e si insediò il 29 agosto 1294, col nome di Celestino  V. Uno dei primi atti ufficiali fu l’emanazione della Bolla del Perdono, che elargiva indulgenza plenaria a tutti coloro che dopo la confessione si fossero recati nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio (Abruzzo). Istituì inoltre la Perdonanza Celestiniana, la celebrazione religiosa che anticipò di sei anni il primo Giubileo del 1300.

La difficile decisione di Celestino V

L’inesperienza gli costò cara. Durante i cinque mesi del suo pontificato, i curiali approfittarono di quella che Muratori definiva “pericolosa semplicità” del nuovo Pontefice. Non abbandonando mai la sua vocazione ascetica e mistica, nel corso delle sue frequenti meditazioni, Celestino V aveva in cuore l’idea di abbandonare la carica di Pontefice. Consultò esperti di diritto canonico, tra cui Benedetto Caetani, i quali gli risposero che il Papa avrebbe potuto abdicare per sufficienti motivi.

La rinuncia al pontificato

«Io Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umiltà e debolezza del mio corpo e la malignità della Plebe [di questa città], al fine di recuperare con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta, abbandono liberamente e spontaneamente il Pontificato e rinuncio espressamente al trono […]». Con queste parole, Celestino V annunciò la rinuncia all’ufficio di romano Pontefice. La sua abdicazione fu occasione per molti di dar vita alle più strane ipotesi, tra cui l’invalidità dell’elezione del suo successore, Bonifacio VIII. Abbandonato anche il suo nome religioso, Pietro si ritirò dunque a Frosinone, come volle Bonifacio VIII. Passò qui il resto della sua vita, tornando alla vita eremitica e cantando lodi a Dio.

Culto

San Celestino V morì nella rocca di Fumone (Frosinone) il 19 maggio 1296. Bonifacio VIII celebrò una messa pubblica in suffragio per la sua anima e diede inizio, poco dopo, al processo di canonizzazione. Papa Clemente V lo dichiarò Santo nel 1313. È venerato dalla Chiesa con il nome di San Pietro Celestino. La sua memoria è ricordata dal martirologio romano il 19 maggio.

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Fabio Amicosante

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