San Marone, il Santo di oggi 15 aprile: martire della Chiesa

San Marone convertì molti pagani. Compì molti prodigi tra cui la guarigione di un procuratore romano.

San Marone
San Marone (photo websource)

San Marone visse nel I secolo. Le più antiche notizie rimandano al tempo dell’imperatore Domiziano, tra l’81 e il 96. Gli Acta SS. Nerei e Achillei tramandano la vicenda delle promesse nozze di Domitilla e Aureliano. Domitilla era cugina dell’imperatore. Orfana di madre, fu promessa sposa al console Aureliano, che avrebbe così approfittato del grande patrimonio destinato alla fanciulla.

San Marone consigliò a Domitilla di non sposarsi

Domitilla proveniva dal ramo della famiglia Flavia convertito al cristianesimo. Il Santo Marone era un uomo molto conosciuto negli alti ranghi dell’aristocrazia ed entrò in contatto con la famiglia di Domitilla. Marone sconsigliò alla fanciulla di prendere in sposo Aureliano. Domitilla accettò e Aureliano, infuriato, chiese di far punire la ragazza.

San Marone e i compagni sull’isola di Ponza

L’imperatore Domiziano decise di attuare una punizione lieve per la cugina. Evitando la condanna a morte, la spedì in esilio nell’isola di Ponza. Il Santo e i compagni Eutiche e Vittorino accompagnarono la fanciulla nel forzato viaggio. Durante i giorni di esilio Marone e i compagni rafforzarono in Domitilla l’idea di non prendere in matrimonio Aureliano.

I lavori forzati

Nel 96, anno in cui salì al trono l’imperatore Nerva, Aureliano diventò nuovamente console. Venuto a sapere che Marone, Vittorino ed Eutiche (mandati a Ponza per convincere Domitilla a sposarlo) avevano spinto la giovane a rifiutare le nozze, decise di punirli. I tre cristiani furono condannati ai lavori forzati. Il Santo fu inviato sulla via Salaria, a 130 miglia da Roma. Alternò lavoro e preghiera e durante quel periodo convertì molti pagani.

Il martirio

Durante il periodo sulla via Salaria, San Marone compì diversi miracoli, tra cui la guarigione di un procuratore romano affetto da una grave forma di idropisia. Convertì moltissimi pagani e Aureliano, venuto a sapere della sua opera, mandò Turgio per mettere a morte il Santo. Marone dovette trascinare una grossa pietra lungo la via Salaria. Cadde a terra più volte esausto. Quando per l’ultima volta sia rialzò riprendendo le forze, un soldato lo uccise decapitandolo. San Marone morì il 15 aprile dell’anno 100.

Il culto

I cristiani che assistettero al martirio diedero sepoltura al Santo. Nel luogo della morte (Urbisaglia o Civitanova Marche) i posteri innalzarono una chiesa in onore del Santo. San Marone è anche patrono di Monteleone di Fermo. Anche lì vi è una chiesa parrocchiale dedicata al Santo.

Fabio Amicosante

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