Oggi 13 novembre, Sant’Omobono Tucenghi: laico sposato, muore in chiesa durante la Messa

Sant’Omobono Tucenghi è il primo laico, sposato, morì durante una Messa e diventò Santo in un periodo in cui ad essere canonizzati erano prevalentemente i religiosi.

Sant'Omobono Tucenghi
Sant’Omobono Tucenghi – lalucedimaria.it

Chiamato anche con il nome della città in cui visse, Cremona, Sant’Omobono Tucenghi, la cui memoria liturgica cade oggi 13 novembre, è il primo laico e sposato ad esser stato canonizzato in un tempo in cui diventavano Santi quasi esclusivamente i religiosi.

Sant’Omobono era un mercante di Cremona, e visse nel XII secolo. Della sua vita giovanile si sa che era figlio di un sarto, e che poi diventò un commerciante di lana e tessuti di pregio. Era ricco, ma usava la ricchezza in modo corretto, adoperandosi molto per attività caritative, aiutando i poveri e i ragazzi abbandonati e cercando di pacificare le dispute cittadine.

Santo di oggi 13 novembre: Sant’Omobono Tucenghi

Era sposato e alcune fonti affermano che non avesse figli, mentre altre sostengono che ne aveva due. Il suo nome sembra che fosse un soprannome perché il significato indica le sue caratteristiche principali ovvero quelle di essere un uomo buono, di cuore magnanimo, dalla grande carità e amorevole verso tutti.

Fervente cristiano, era un operatore di pace. Nel suo tempo e nel contesto in cui viveva c’erano lotte intestine tra l’Impero e i Comuni. Così lui cercava di sedare le divergenze che sorgevano e di riparare ai soprusi che la sua città, Cremona, che era schierata con l’Impero, compiva nei confronti della popolazione.

Quando arriva alla mezza età, intorno ai 50 anni, sant’Omobono lasciò la sua attività di mercante perché poteva vivere con le ricchezze accumulate. Ma non le teneva solo per sé. Scelse di lasciare il lavoro per dedicarsi interamente agli altri, all’assistenza ai bisognosi che curava sia materialmente che spiritualmente.

La fede fervente e la morte durante la Messa

Nella sua vita di fede la preghiera era ovviamente fondamentale e occupava un posto privilegiato e centrale nella sua giornata. Prendeva parte alla Santa Messa quotidiana e fu proprio durante una celebrazione eucaristica che lasciò questa vita terrena.

Si trovava infatti nella chiesa di sant’Egidio quando il 13 novembre 1197 all’improvviso, mentre stava cantando il canto del Gloria, incrociò le braccia al petto e cadde a terra morendo. Attorno alla sua figura circolò subito la fama di santità che già circolava quando era ancora in vita.

Venne considerato santo fin da subito e, Siccardo, il vescovo di Cremona, fu il postulatore della sua causa di canonizzazione andando personalmente a Roma a presentarla secondo le procedure dell’epoca. Si riteneva che la sua preghiera d’intercessione avesse già prodotti diversi miracoli e così attesto il postulatore riportando esattamente queste parole: “A quel tempo, a Cremona, viveva un uomo semplice, molto fedele e devoto, che si chiamava Omobono; alla sua morte, e con la sua intercessione, Dio fece molti miracoli“.

Diventò ufficialmente Santo nel 1199 ad opera di papa Innocenzo III dopodiché il culto si diffuse soprattutto nel Nord Italia e in particolare in Lombardia, ma fu conosciuto anche nel resto d’Europa con particolare riferimento alla Germania, al Belgio e alla Spagna.

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