San Martino di Tours è il celebre santo tanto venerato e noto per la sua conversione dopo il miracolo del mantello donato a un povero, non fu solo un atto di carità ma la rivelazione decisiva, e per le tradizioni a lui dedicate.

La venerazione a San Martino di Tours, che si commemora oggi 11 novembre, è ancora tanto presente in moltissime zone d’Italia e d’Europa. La sua è una storia di conversione che lo vede trasformato quando l’amore di Cristo irrompe nella sua vita.
San Martino nacque in quella che è l’attuale Ungheria e al tempo, nel 316 circa, era chiamata Pannonia. Di lui si sa che era figlio di un tribuno militare che gli diede come nome Martino in onore al dio pagano Marte, considerato il dio della guerra. Fu cresciuto nel paganesimo anche se fin dalla più tenera infanzia c’era in lui un’attrazione verso le cose cristiane.
Santo di oggi 11 novembre: San Martino di Tours famoso per il miracolo del suo mantello donato per metà a un povero
Negli anni giovanili la sua attrazione verso il cristianesimo lo portava ad entrare di nascosto nelle chiese, ma rimaneva pur sempre pagano. Si avviò alla carriera militare e faceva il suo lavoro di soldato. Ad un certo punto però avvenne un evento che cambiò completamente la sua vita e innescò in lui una radicale conversione.
Si tratta del celebre episodio del “miracolo del mantello“. In lui c’erano già i germi di un cuore pronto per una trasformazione. Era aperto alla compassione e proprio in seguito ad un gesto compassionevole avvenne un prodigio.
In veste di soldato si trovava ad Amiens sul suo cavallo quando incontrò un povero tutto vestito di stracci. Il suo cuore si intenerì davanti alla sofferenza dell’uomo e non esitò a togliersi il mantello per darlo al povero dividendolo in due parti.
Poi la notte fece un sogno molto particolare. Sognò Gesù che indossava la metà del mantello che lui aveva donato al povero mendicante. Non solo, gli disse anche: “Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato. Egli mi ha vestito“.
Soldato convertito a cristo e vescovo magnanimo
Il suo cuore si era infiammato di amore e ha compreso come il vero amore per il prossimo derivasse da quello di Dio per ciascuno di noi. Inoltre, avvenne un vero e proprio prodigio, perché al mattino quando si svegliò trovò che il suo mantello, quello che aveva diviso in due era perfettamente integro.
Ebbe inizio perciò una conversione che lo portò poi ad abbracciare pienamente il cristianesimo. Trasformò la sua vita abbandonando il suo lavoro e dedicandosi interamente a Dio con la consacrazione. Si fece monaco ed incontrò come guida spirituale una figura di grande santità, Sant’Ilario di Poitiers. Sotto la sua direzione si ritirò a Ligugé e diventò esorcista.
Inoltre fondò un monastero dedicandosi alla penitenza e alla vita contemplativa. Era considerato un santo e per acclamazione, come avveniva a quei tempi, fu nominato vescovo. Si narra che lui non voleva accettare questa carica e scappò via. Per nascondersi dalla folla che lo acclamava si rifugiò in un pollaio dove c’erano le oche, che si misero a starnazzare e fu scoperto nel suo nascondiglio.
Accettò dunque l’incarico e fu un vescovo amorevole e dedito al suo gregge. Predicava il Vangelo e si prendeva cura dei fedeli che gli erano stati affidati. Già durante la vita la sua preghiera di intercessione sembra avesse procurato grazie e miracoli.
Morì l’8 novenbre 397 in tarda età a Candes. Accolse la morte rivolgendo a Dio queste parole: “Signore, se sono ancora necessario al tuo popolo, non mi rifiuto di soffrire. Altrimenti, venga la morte”.
Tradizioni e usi per rendergli omaggio
Sono numerose le tradizioni popolari che sono sorte nel corso del tempo per omaggiare san Martino. Sono tutte prevalentemente legate al mondo contadino e alla stagione autunnale in cui cade la sua memoria liturgica.
Nel campo della gastronomia gli sono dedicate varie pietanze, tra cui un piatto a base di oca. Leggende e detti popolari fanno riferimento alla sua figura. E, tra l’uso di mangiare castagne e vino per la sua festa, c’è anche quello di considerare i giorni intorno alla sua commemorazione come un tempo in cui il clima è più mite, tanto da definirsi “estate di San Martino“.
Questa espressione fa riferimento ad un presunto prodigio che si sarebbe verificato in concomitanza con l’episodio che diede origine alla sua conversione. Mentre lui donava metà del suo mantello al povero all’improvviso un forte sole illuminò la zona, per questo il rimando all’estate.







