Antico e simbolico, dedicato al Santo famoso per il suo gesto di amore

Molto particolare, assai ricco e gustoso, è il piatto tradizionale, in onore di San Martino di Tours, legato ad un famoso episodio della sua vita.

San Martino visse nel IV secolo in quella che era l’attuale Ungheria ed ebbe una vita segnata da una grande conversione che la divise in due parti. 

Martino
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Da giovane aveva intrapreso la carriera militare e proprio durante una campagna ad Amiens si verificò un evento che gli cambiò la vita e segnò l’inizio di un cambiamento radicale di vita. 

Una notte mentre sorvegliava le guarnigioni gli venne incontro un mendicante vestito di pochi stracci e dall’aspetto molto sofferente.  

Dal profondo del suo animo partì un gesto di carità e così divise in due il suo mantello e ne diede metà a quell’uomo bisognoso. 

La notte dopo accadde che in sogno gli apparve il Signore Gesù con indosso la metà del mantello che aveva dato al povero dicendogli “Ecco Martino, soldato romano non battezzato, egli mi ha vestito”. 

Poi una volta sveglio vide che il suo mantello, che lui stesso aveva tagliato in due, era invece ritornato intatto. 

Sconvolto da questo avvenimento iniziò dentro di lui un cambiamento che fu una vera e profonda conversione che lo portò ad essere battezzato e, successivamente a lasciare la vita militare per farsi monaco. 

Per acclamazione diventò vescovo della città di Tours e proprio in riferimento a questo momento della sua vita c’è un cibo che tradizionalmente viene legato alla sua figura.  

I classici cibi per San Martino

Sono diverse le tradizioni con cui si rende omaggio e si festeggia San Martino, spesso con i prodotti della terra proprio del periodo dell’anno in cui si celebra la sua memoria liturgica: l’autunno e il mese di novembre. 

Non solo in Italia, ma anche in altre parti d’Europa ci sono diverse pietanze a lui legate. Soffermandoci nel nostro Paese, da Nord a Sud ci sono cibi a lui dedicati. 

Dal biscotto veneziano per San Martino, realizzato in pasta frolla con la particolarità di essere fatto a forma di uomo a cavallo con la spada in mano che lo rappresenta. 

In Sicilia lo si festeggia anche con dei biscotti ripieni di ricotta, cannella e gocce di cioccolato. 

Ma sono le castagne un altro elemento tipico che si associa a San Martino come dice il detto “per San Martino castagne e vino”.  

Le castagne sono proprie del periodo e il vino, di solito quello novello, è un altro prodotto che non può mancare per la sua festa.  Ma c’è anche un altro alimento che viene preparato e associato a lui: l’oca. 

L’episodio delle oche

San Martino era arrivato a Tours dove aveva fondato un monastero ed aveva fama di santità. 

Si racconta che abitanti della città volessero che Martino fosse nominato vescovo. Ma lui era titubante all’idea e mentre la folla lo acclamava per scappare andò a nascondersi nel pollaio di un convento. 

Lì però c’erano delle oche che incominciarono a starnazzare facendo così scoprire il nascondiglio in cui Martino si era rifugiato. 

L’oca fu quindi associata alla sua figura e successivamente nacqui il piatto a lui dedicato. Questo animale anticamente era considerato il maiale dei poveri, una carne ricca di grassi che era alla loro portata.  

Questa pietanza, ricca ed elaborata, può esser accompagnata come contorno da un altro piatto dedicato al Santo, il cavolo di San Martino.  

Si tratta di cavolo tagliato a striscioline e rosolato con cipolla e burro per poi essere sfumato con aceto e vino rosso e lasciato stufare fino a completa cottura. Completato da fettine di mele e gelatina di mirtilli o confettura di lamponi è semplice da realizzare e molto aromatico. 

La ricetta dell’Oca di San Martino

Quanto all’oca, la ricetta è un po’ elaborata e richiede i giusti tempi di cottura che sono abbastanza lenti.  

Martino
San Martino di Tours – photo web source

Insieme all’oca sono presenti le castagne, prodotto autunnale per eccellenza e le mele, che ne fanno un piatto ricco e dal gusto molto saporito e intenso.

INGREDIENTI (per 6 persone) 

  • 1 o a di circa 2,5 kg intera e privata della testa e delle viscere
  • 5 mele piccole
  • 250 gr di scalogni
  • 200 gr di castagne bollite e pelate
  • 1 cipolla piccola
  • ½ tazza di vino bianco secco
  • 1 mazzetto di timo fresco
  • 20 gr di burro
  • Sale q.b.
  • Pepe nero macinato q.b.

La prima cosa da fare è pulire l’oca, ma è meglio acquistarla già pulita. Una volta eviscerata bisogna mettere all’interno una mela e la cipolla tagliate in spicchi insieme ad un rametto di timo. 

Si deve poi legare l’oca molto strettamente, comprese le cosce.  Dopo aver preriscaldato il forno a 160° in modalità ventilata, sistemare l’oca dentro una gratella messa sopra una teglia più grande che deve essere rivestita di carta alluminio.  

Il tempo di cottura prevede 40 minuti per ogni chilo d’oca. Mentre cuoce la carne rilascerà del liquido perciò la teglia sottostante ha la funzione di raccoglierlo. 

Quando l’oca è pronta bisogna filtrare il liquido prelevandone mezza tazza. Dopo, lavare le altre mele, togliere solo il torsolo senza sbucciarle e tagliarle in 8 parti. 

Quindi sbucciare e tagliare a metà gli scalogni. Mettere a sciogliere il burro con il timo, poi unire le mele, le castagne precedentemente bollite e anche gli scalogni. 

Aggiustare di sale e di pepe. In ultimo sfumare con il vino bianco e versare anche il liquido di cottura dell’oca che si era messo da parte. Cuocere il tutto per 5 minuti.  

Al momento di servire mettere l’oca in una teglia pulita, e accompagnare con le mele, gli scalogni e le castagne da sistemare tutto intorno all’oca. Infine c’è un ultimo passaggio in forno sempre alla stessa temperatura per 30 minuti circa. Poi finalmente si può servire il piatto e gustarlo ben caldo. 

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