Le riflessioni che nel corso della sua vita ci ha consegnato Sant’Agostino sono un bene prezioso per ogni cristiano: in questa occasione, il Santo ci inviata a riflettere sull’importanza e la profondità spirituale della misericordia, vista come rifugio di pace.
Le Confessioni possono essere considerate una delle opere con più valenza teologica e spirituale non solo del Santo d’Ippona, ma della cristianità tutta. La valenza che Sant’Agostino ha dato a questo fondamentale scritto sta anche nel fatto che, nelle diverse sezioni che possiamo leggere, le riflessioni che ci offre spaziano da una tematica all’altra attraverso una ricchezza contenutistica non indifferente. Nel passo che andiamo a prendere in considerazione in questa occasione, il Santo ci invita a riflettere sull’importanza della misericordia, che il Santo ha sempre visto come un rifugio sicuro, ricco di pace, proprio perché rappresentato dal Signore stesso. Tra i passi fondamentali del suo pensiero, vi è una frase molto importante, che ci mette davanti a questa centrale tematica: “Vedi, è alla tua misericordia, e non a un uomo che riderebbe di me, ch’io parlo“.
Partiamo dal capire a fondo il primo pensiero del Santo. Egli non vuol parlare a un uomo che riderebbe di lui, bensì alla “tua” misericordia. Qui viene affrontato il tema della relazione spirituale tra l’autore e Dio. Il Santo, infatti, sente di poter parlare, senza alcun problema, direttamente a Dio, perché in questo dialogo non serve giustificazione. La necessità di Parlare con Colui che non giudica, ma ama, è il fondamento dell’esistenza stessa. Dio è pronto ad abbracciare e a perdonare senza giudicare, purché ci si rivolga a Lui sinceramente. La sua grande speranza, allora, non è di certo nell’approvazione umana, ma nella chiara certezza che Dio, nonostante le possibili incomprensioni umane, si rivolgerà all’uomo con misericordia.
La profondità spirituale dell’opera non si ferma al dialogo con Dio. Infatti, un altro fondamentale passaggio lo troviamo relativamente al mistero della nascita. Il Santo è convinto di una cosa: “Ignoro donde venni qui, a questa, come chiamarla, vita mortale o morte vitale. Lo ignoro, ma mi accolsero i conforti delle tue misericordie“. Il motivo della nascita rimane un mistero, ma ciò che è certo è che siamo accolti nella misericordia di Dio. La vita, ci ricorda il Santo, è segnata dall’intervento divino: ogni aspetto della vita umana, dalla nascita alla maturità spirituale, infatti, non mai autonomo, ma sempre orientato alla misericordia di Dio.
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