Santa Gemma Galgani, una Santa molto giovane che parlava continuamente col suo Angelo custode.
Gemma Galgani (1878-1903, Lucca), una ragazza che visse solo 25 anni, ma rese preziosa la sua breve esistenza con molta preghiera.
“Frequentemente, quando le chiedevo se l’Angelo Custode rimanesse sempre al suo posto, al suo fianco, Gemma si volgeva verso di lui completamente a suo agio e subito cadeva in un’estasi di ammirazione per tutto il tempo in cui lo fissava”.
Ebbe la grazia di parlare costantemente con l’Angelo Custode, confidandosi poi con Padre Germano, dell’Ordine dei Passionisti, di cui è il brano qui sopra riportato.
Nella sua città, Borgonuovo di Camignano (Lucca), la chiamavano “la ragazzina della Grazia”. Rimase orfana molto presto e, a 20 anni, rifiutò una proposta di matrimonio, perché sapeva già da tempo che voleva spendersi solo per Cristo.
Lo aveva deciso in seguito alla lettura della vita di Gabriele dell’Addolorata (oggi Santo), pertanto, durante la giornata dell’8 Dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, fece voto di castità.
Si racconta che parlasse anche con San Gabriele, morto anche lui giovanissimo: “Nel tempo che fui a letto, una Signora mi portò a leggere la vita di Confratel Gabriele; la lessi tante tante volte; un giorno poi la venne a riprendere, ma io che (non) volevo dargliela più le dissi che non l’avevo ancora finita di leggere. Me la lasciò ancora un po’; tenevo quella vita con l’immagine sotto il guanciale, e mi pareva che mi rendesse tanto contenta, che non sapevo spiegarmi; tutti i giorni temevo che quella Signora tornasse a riprenderla, un giorno poi venne e me la portò via. (…)
Venne poi la notte, e mi parve che un giovine vestito di bianco mi si accostasse al letto e mi parve di sentire queste parole: “Gemma, ti è così dispiaciuto privarti di quel libro?”. O tanto! -risposi. “E perché?”. Non risposi, perché non lo sapevo neppure io. Lui allora si aprì la veste bianca che aveva davanti e sotto era vestito a Passionista; prese il segno, me lo fece baciare e poi disse: “Sta’ contenta, ché questo dispiacere che hai provato un giorno poi ti sarà premiato con una consolazione infinitamente maggiore. Coraggio, mi disse, e avanti!” e sparì”.
Da Cristo stesso ricevette il messaggio di fondare l’Ordine delle Suore di clausura Passioniste in Lucca, cosa che le fu concessa da Papa Pio X, l’anno della sua morte, quasi a demarcare la fine della sua opera di intercessione e sacrificio su questa terra e l’inizio dell’altra vita in cielo.
Per anni, aveva sofferto di osteite delle vertebre lombari, una tremenda malattia che, tra miglioramenti e ricadute, l’aveva portata prima alla paralisi, poi alla morte in tenera età.
La sua spiritualità fu così intensa e partecipata che ebbe in dono anche le stimmate, che la provavano e ne aggravavano enormemente le sofferenze, nel corpo e nello spirito, specie durante la preghiera e il venerdì.
Ciò la teneva, in ogni istante, in piena comunione col Signore: “(Lui) mi richiama alla mente le idee, mi detta anche alcune parole, di modo che non sento difficoltà a scrivere”.
All’angelo chiedeva di starle vicino la notte e la mattina se lo ritrovava accanto, lui la guidava come un maestro e se ne prendeva cura come un amico, un familiare; pregavano assiduamente insieme.
“Ricordati, figlia mia, che l’anima che ama Gesù parla poco e si abnega molto. Ti ordino, da parte di Gesù, di non dare mai il tuo parere se non ti è richiesto e di non difendere mai la tua opinione, ma di cedere subito”.
“Quando commetti qualche mancanza, dillo subito senza aspettare che te lo chiedano. Infine, non dimenticarti di proteggere gli occhi, perché gli occhi mortificati vedranno le bellezze del Cielo“.
E, se qualche volta veniva tentata da un eccesso di vanità, la riprendeva: “Ricordati che le collane preziose, per abbellimento della sposa di un Re crocifisso, possono essere soltanto le sue spine e la sua Croce”.
La chiesa la celebra l’11 Aprile, le Passionista e la diocesi di Lucca il 16 Maggio.
Antonella Sanicanti
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