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Opinioni e Approfondimenti

Coronavirus, il silenzio delle chiese a Pasqua sarà lo stesso del Sepolcro

Per via dell’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, quest’anno la Messa di Pasqua verrà celebrata, nella gran parte dei paesi nel mondo, dai sacerdoti senza fedeli.

Un silenzio che ci riporta in maniera diretta al sepolcro di Gerusalemme, nella prima notte dopo la Resurrezione di Nostro Signore. Lì, di fronte a quella tomba, c’era lo stesso silenzio. Lo ricorda Bernardo Cervellera in un articolo su Asia News. Oggi infatti “tutto il mondo sembra una grande tomba che mette con le spalle al muro le nostre pretese di dirci felici”, scrive il sacerdote.

La Pasqua con le Messe a porte chiuse

Anche in Asia infatti la maggior parte delle chiese sono aperte solamente per la preghiera o l’adorazione, e non si può partecipare collettivamente alla Messa. Quello che per i cristiani è il momento più importante dell’anno non porterà quindi con se né cori polifonici nè luci o fiori profumati. Ma porterà nei nostri cuori la Resurrezione di un Dio che si è fatto uomo per noi, prendendo su di Lui tutti i nostri peccati, fino a sacrificarsi sulla Croce per la Salvezza dell’umanità intera.

“Il canto dell’alleluja nella notte pasquale sarà forse sussurrato, per evitare che l’alito dei cantori diffonda attorno molecole di coronavirus da individui positivi, ma asintomatici”, scrive Cervellera parlando di “una Pasqua ridotta all’essenziale, spoglia, con la chiesa vuota”. Ma il cuore del cristiano è capace di ritrovare anche in queste caratteristiche il silenzio del primo sepolcro a Gerusalemme, in cui Gesù è stato deposto e accolto.

Pasqua, davanti al Sepolcro ritroviamo lo stesso silenzio

Anche lì vi era silenzio, e non c’era alcun pubblico né testimone. Eppure è il momento in cui Dio si è manifestato in tutta la Sua grandezza. “In cui la Vita è ripresa a sgorgare nel corpo del Redentore“. Così nelle chiese di tutto il mondo questa pasqua sarà segnata “dalle assenze e i silenzi che per la prima volta nella storia hanno accompagnato la vittoria della Vita sulla morte”.

La domanda che ci si pone è allora se questa fede, nel silenzio delle chiese vuote e sbarrate, possa portare lo stesso conforto al resto del mondo. In tutto il mondo il virus ha portato paura, dolore e sofferenze. Ogni giorno contiamo il numero dei contagiati sperando di non essere noi i prossimi. E siamo fortunati perché fino ad ora il virus si è diffuso principalmente in paesi dove i sistemi sanitari, nel bene e nel male, funzionano.

La paura che il virus possa contagiare i paesi più poveri

Cosa succederà quando arriverà in paesi poveri, che non hanno la possibilità di curare i malati nemmeno in tempi in cui il virus non esiste? “Al momento in cui scriviamo siamo all’inizio di quella che può evolvere in una tragedia: il diffondersi del coronavirus in Paesi come l’India, o come molti Paesi africani dove l’esercito dei poveri è di centinaia di milioni e dove le strutture sanitarie riescono a malapena a funzionare per i ricchi”, scrive dolosamente il religioso.

Questo però non ci impedisce di vedere come anche nei paesi più sviluppati e talvolta persino opulenti, il virus abbia messo in luce tutte le contraddizioni segnando le giornate di tanti nel dolore della morte e nella misera impotenza dell’uomo di fronte a eventi banali come questi.

I sacerdoti che hanno perso la vita mossi dall’amore di Cristo

Tanti sacerdoti hanno perso la vita per il loro popolo. Per portare la Parola di Dio ai malati fino all’ultimo. Un fatto che ci commuove e che dovremo tenere ben presente nel giorno della Pasqua. Ci sono vescovi che si sono messi in moto, in tutte le parti del mondo, per stare con i malati, per curare chi non ne ha la possibilità.

Un’espressione di amore incondizionato e di solidarietà che non può venire solo dalla forza umana, misera e fragile. Tutto ciò “è frutto della risurrezione di Gesù, che ha cancellato le nostre estraneità e ci ha resi fratelli”. E anche se ancora molti vivono nel proprio egoismo, pensando solo a loro stessi, schiavi del peccato che ha corrotto il mondo, “Cristo è risorto e noi facciamo ormai parte di un nuovo mondo che sta sbocciando sulla tomba ormai vuota”.

Il silenzio delle chiese chiuse per il coronavirus ci riporta al silenzio del Sepolcro dopo la Resurrezione – sourceweb

Per questo, “lo Spirito aspetta che il profeta lo annunci. L’annuncio della risurrezione nelle chiese vuote ha bisogno di profeti che portino questa speranza nella tomba del mondo“.

Giovanni Bernardi

Fonte: asianews.it

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