Agostino (il Santo), nel pieno della sua crisi spirituale, andò a Milano e incontrò il Vescovo Ambrogio (337-397, Germania).
Agostino era li per chiedere al Vescovo, in nome dell’Imperatore Valentiniano, di cedere la Basilica agli ariani (coloro che ritenevano la natura di Cristo inferiore a quella del Padre e che stavano sobillando prelati e fedeli).
Durante le controversie tra cristiani e ariani, che diventavano sempre più feroci, l’Imperatore aveva ordinato che tutte le Chiese passassero sotto il controllo della “nuova eresia” (tale fu ritenuta in seguito l’arianesimo), riservando a chi disobbedisse la pena di morte.
Ambrogio, tempo prima, era stato Governatore della Lombardia, della Liguria e dell’Emilia. Quando si recò a Milano per gestire l’elezione del nuovo Vescovo (il precedente era un ariano), un bambino tra la folla urlò: “Ambrogio Vescovo!” e con lui l’intera assemblea -sia cattolici che ariani- che ben conoscevano l’operato irreprensibile di Ambrogio, anche nella vita politica.
Ambrogio dovette accettare, incoraggiato da Valentiniano stesso, ma, all’epoca era poco preparato in teologia (oggi è Dottore della Chiesa) e un semplice catecumeno.
Nel giro di una settimana, allora, venne battezzato e nominato Vescovo, il 7 Dicembre del 374.
E invocate il ritorno degli Dei pagani. Raccontate menzogne! Tornate in voi stessi e chiedetevi quale sia la verità. Solo la verità potrà rendervi veri uomini, uomini liberi”. “Ricordate cosa vi ho detto: non è l’uomo a trovare la verità, deve lasciare che sia la verità a trovare lui. Perché la verità è una persona, è Gesù Cristo, il figlio di Dio”.
E Agostino, da allora, continuò a seguire i sermoni di Ambrogio, fino a convincersi di dover ritornare a Dio. Nel 387, poi, sarà proprio Ambrogio a battezzarlo e a reintegrarlo nella comunità cristiana.
Nel momento in cui venne nominato Vescovo, Ambrogio donò ai poveri e alla Chiesa ogni suo possedimento e, quando dei soldati nordici sequestrarono uomini, donne e bambini, fece fondere anche i vasi sacri della Chiesa, per riscattare la loro vita.
Fu criticato per questo, soprattutto dagli ariani, ma lui rispose con fermezza: “Se la Chiesa ha dell’oro non è per custodirlo, ma per donarlo a chi ne ha bisogno … Meglio conservare i calici vivi delle anime, che quelli di metallo”.
E, quando fu minacciato di morte, per aver disobbedito a Valentiniano, in merito alle Chiese da cedere agli ariani, si chiuse nella Basilica, insieme al suo popolo, e, da li, continuò la sua protesta, fino alla ritirata degli aggressori: “L’imperatore è nella Chiesa, non sopra la Chiesa”, diceva con fierezza.
La morte di Sant’Ambrogio risale al 4 Aprile, ma di lui si commemora il giorno in cui fu fatto Vescovo, a furor di popolo.
Anche la sorella Marcellina, consacratasi prima di lui a Dio e alla Vergine, è Santa.
O Signore, che nell’elezione e nella vita del vescovo Ambrogio, hai dato al tuo popolo un esempio della tua immensa Misericordia e provvidenza, fa’ che, per i meriti di Gesù Cristo, un giorno siamo compagni di colui che ora veneriamo in terra. Così sia.
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Antonella Sanicanti
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