Di San Nicola (260ca-335ca, Turchia) si raccontano molte storie, che sottolineano la sua ligia adesione al cristianesimo e la sua preponderante carità verso gli altri.
Si dice che fu un cristiano fervente, fin dalla nascita, quando, addirittura ancora in fasce, riusciva a rispettare il digiuno settimanale, del mercoledì e del venerdì, evitando di succhiare al seno il latte materno, in quei giorni.
Poiché lui proveniva da una famiglia benestante, poté seguire i suoi slanci sempre generosi, miranti a soccorrere il prossimo, chiunque esso fosse.
Amava poter alleviare le sofferenze degli infelici e proteggere i giovanissimi in gravi difficoltà, come i condannati ingiustamente.
Si dice, ad esempio, che avesse saputo di un padre tanto povero da non avere la disponibilità economica per assicurare la dote, e un dignitoso matrimonio, alle sue tre figlie. Aveva, allora, a malincuore, suggerito che si prostituissero.
Nicola, venuto a sapere del fatto, non poteva permetterlo e decise di donare loro dei sacchetti di monete di oro, che avrebbero costituito la dote delle ragazze e salvato la loro purezza.
Pensò, ovviamente, di farlo senza che il suo gesto fosse reso noto (se non a Dio solo), quindi decise di andare di notte a casa del pover uomo.
Quella sua condotta di vita gli valse, ben presto, la nomina a Vescovo di Mira (Turchia), ma anche, come succedeva molto spesso in quell’epoca, persecuzioni e prigionie, a causa dell’Imperatore Diocleziano.
Si batté continuamente, anche perché, quest’ultimo, concedesse la diminuzione delle tasse e, ancor più, la salvezza di alcuni condannati a morte.
Nicola, ritenuto già Santo in vita, fu un esempio per tutta la cultura cristiana che si stava diffondendo nel mondo e le storie narrate sul suo conto (tra realtà e leggenda) servirono proprio a questo scopo. Fu capace di allontanare tempeste con la preghiera e carestie, convincendo i mercanti a donare cibo al popolo.
Il Vescovo Nicola partecipò anche al Concilio di Nicea del 325, il primo Concilio Ecumenico della storia della Chiesa, che vide la condanna dell’arianesimo e la formulazione del Credo.
A 7 secoli dalla sua morte, un gruppo di marinai baresi, sbarcati in Turchia, si recarono al sepolcro del Vescovo e si appropriarono dei suoi resti.
Le sue azioni caritatevoli divennero messaggi universali, testimoniati e documentati anche in molte opere d’arte.
E’ dai generosi gesti del donare e del donarsi di San Nicola che nasce il leggendario Santa Claus dei Paesi anglosassoni, il Nikolaus della Germania, ossia il nostro Babbo Natale, che a Natale porta i regali ai bambini.
Glorioso San Nicola, mio speciale protettore, da quella sede di luce in cui godete la divina presenza, rivolgete pietoso verso di me i vostri occhi ed impetratemi dal Signore le grazie e gli aiuti opportuni alle presenti mie necessità spirituali e temporali e precisamente la grazia (…) qualora giovi alla mia eterna salute.
Sovvengavi ancora, o glorioso Santo Vescovo, del Sommo Pontefice, della Santa Chiesa e di questa devota Città.
Riconducete sul retto sentiero i peccatori, i miscredenti, gli eretici, gli afflitti, soccorrete i bisognosi, difendete gli oppressi, guarite gli infermi e fate sì che tutti esperimentino gli effetti del vostro valevole patrocinio, presso il Supremo Dator di ogni bene. Così sia.
Antonella Sanicanti
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