L’impegno missionario di San Gregorio II si rivolse principalmente ai popoli germanici, avversi al cristianesimo, la religione dei nemici franchi.
San Gregorio II, della storica famiglia romana dei Savelli, fu eletto Pontefice Romano il 19 maggio 715. Con lui si interruppe la sequenza di Papi di origine orientale. Gregorio II fu un eccezionale uomo politico e traghettatore della spiritualità, unificando il doppio ruolo e mantenendo salda la cattedra di Pietro in un periodo storico travagliato. La prima opera pubblica che volle intraprendere il Santo Pontefice fu l’espansione e il rafforzamento delle mura di Roma. Questo progetto fu tuttavia bloccato da una terribile esondazione del Tevere.
San Gregorio II e l’evangelizzazione
Il Santo Pontefice consacrò il suo Pontificato attraverso un’ambiziosa opera spirituale: l’evangelizzazione delle popolazioni germaniche, avverse per natura alla religione cristiana, in quanto praticata dai franchi, storici nemici. Gregorio scelse un uomo di fiducia, il monaco anglosassone Wynfrith, poi battezzato Bonifacio. Il monaco fu investito di tale impresa, ottenendo l’ufficiale incarico di evangelizzatore dei popoli germanici. Non fu tutto: il Santo Gregorio si occupò anche dell’evangelizzazione presso le Chiese di Inghilterra e Irlanda.
Rapporti con l’Oriente
I rapporti con l’Oriente non furono di certo idilliaci. Nel 717 salì sul trono l’Imperatore Leone III Isaurico, che intervenne più volte su questioni dogmatiche. Spinto con ogni probabilità da un sentimento religioso, il Basileus Leone tentò di proporre l’unità di fede nell’Impero. In tal modo cercò di convertire gli ebrei e, per mantenere buoni rapporti col mondo Arabo, pensò di adottare la stessa linea del Califfo Yazid, ovvero l’eliminazione delle immagini sacre. L’Imperatore non aveva però tenuto conto della reazione del popolo cristiano.
Un Concilio risolutivo
Ad ogni modo, il Patriarca di Costantinopoli non appoggiò tale emendamento e l’Imperatore si rivolse direttamente al Papa, sicuro del suo appoggio. Non solo Gregorio II non approvò tale decisione, ma convocò immediatamente un Concilio, dove venne confermato il culto delle immagini e venne diffidato l’Imperatore dal prendere decisioni di tipo dogmatico.
La donazione di Sutri
Dei difficili rapporti col mondo orientale ne approfittò il Re Longobardo Liutprando, che scese verso Roma, in alleanza con l’esarca Eutichio. San Gregorio II, senza l’utilizzo di maniere forti, riuscì a convincere il Re a deporre la spada e a chiedere perdono, nonché la revoca della scomunica dell’esarca suo alleato. Il Re cedette poi alcuni territori del Ducato Romano. Questa passò alla storia come la Donazione di Sutri, la prima delle due restituzioni effettuate da Liutprando alla Chiesa di Roma.
Culto
San Gregorio II morì l’11 febbraio 731, a Roma. Dal Martirologio Romano: “11 febbraio – A Roma presso San Pietro, deposizione di San Gregorio II, Papa, che, nei tempi funesti dell’imperatore Leone l’Isaurico, difese la Chiesa e il culto delle Sacre immagini e inviò San Bonifacio in Germania a predicare il Vangelo”. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica l’11 febbraio, suo dies natalis.
Fabio Amicosante
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