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San Damaso I, il Santo di oggi 11 dicembre: patrono degli archeologi

Patrono degli archeologi, San Damaso I ricoprì la carica di Pontefice a partire dal 366 d.C. Superata la disputa sulla sede papale, combatté con ogni mezzo ogni forma di eresia.

San Damaso I (websource)

Il Liber Pontificalis cita il Santo Pontefice come Damasus, natione Spanus, ex patre Antonio, ovvero un Papa dalle origini ispaniche. Infatti, per molto tempo, si è ritenuto che Damaso I fosse nato a Guimaraes, nell’attuale Portogallo. Le più recenti ricerche storiche, ci informano che con ogni probabilità, il Santo nacque a Roma, dove sicuramente crebbe. Le fonti ci danno notizia dettagliate a partire dal 366, anno in cui divenne Pontefice Romano.

San Damaso I Papa

Il contesto in cui avvenne l’elezione papale di San Damaso I vide una Chiesa divisa in due fazioni. Il suo predecessore, Liberio, morì nel settembre del 366 e in quell’occasione si crearono due distinte fazioni, che nominarono rispettivamente il diacono Ursino (sulla linea del defunto antipapa Felice II) e Damaso. Quest’ultimo fu eletto nella basilica di San Giovanni in Laterano, il 1° ottobre del 366. Questo scisma causò non pochi problemi alla sede papale e il neoeletto Damaso dovette superare diversi ostacoli.

I contrasti nella Chiesa

Ursino, dal canto suo, cercò in ogni modo di ostacolare l’operato di Damaso, dando vita a continui disordini e innalzando processi contro il Vescovo di Roma. Più di una volta Ursino riuscì ad accusare Damaso di una serie di delitti, ma, in ogni caso, la giustizia si trovò dalla parte del Pontefice, che, nel 372, a seguito di un processo, con l’ausilio dell’Imperatore Graziano, fece esiliare Ursino a Colonia (Germania).

Il Pontefice contro le eresie

Con ogni mezzo, San Damaso I contrastò ogni forma di eresia. La Chiesa del IV secolo attraversò un burrascoso periodo caratterizzato dalla presenza di numerose eresie, che il Pontefice si ritrovò a combattere. Con i sinodi romani del 368 e del 370, San Damaso I condannò l’apollinarismo e il macedonianismo, correnti teologiche considerate eretiche. Inoltre, il Santo Pontefice fece scomunicare Aussenzio, Vescovo ariano di Milano.

Damaso e il “testo petrino”

A Papa Damaso dobbiamo l’invocazione del cosiddetto “testo petrino”, la cui fonte è rappresentata dal Vangelo di Matteo (16,18): “E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”. Attraverso queste parole, si andava a consolidare il primato della Sede Apostolica, non basato sulle delibere dei concili, ma sulle parole di Gesù.

Liturgia e culto dei martiri

Negli ultimi anni del suo pontificato, San Damaso I registrò un epocale evento nella storia della Chiesa: l’uso ufficiale della lingua latina nella prassi liturgica. Infatti, come ricorda il Martirologio Romano, Damaso «incaricò San Girolamo di tradurre in latino i libri sacri». È la stessa fonte che ci parla del culto dei martiri: il Santo Pontefice si dedicò alla riscoperta delle autentiche tombe dei martiri, all’acquisizione della storicità delle loro imprese, al fine di valorizzare le loro opere di santità. Scrisse inoltre numerosi epitaffi e inni per i martiri, come ricordato dal Martirologio: «onorò i sepolcri dei martiri adornandoli di versi».

Culto

San Damaso I morì a Roma, l’11 dicembre 384. Nel corso del XVI secolo, il Cardinale Alessandro Farnese il giovane fece traslare le sue spoglie nella basilica di San Lorenzo in Damaso. San Damaso I operò un gran lavoro nelle catacombe, motivo per cui è Patrono degli archeologi. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica l’11 dicembre.

Fabio Amicosante

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