San Damaso I, di cui oggi festeggiamo la memoria liturgica, fu uno dei più grandi “condottieri” della Chiesa di Roma. La sua lotta alle eresie rappresenta il fulcro del suo operato.
San Damaso I lottò contro ogni forma i eresia. Questo dettaglio trapela da ogni fonte che ci parla di lui. Il Liber Pontificalis cita il Santo Pontefice come Damasus, natione Spanus, ex patre Antonio, ovvero un Papa dalle origini ispaniche. Infatti, per molto tempo, si è ritenuto che Damaso I fosse nato a Guimaraes, nell’attuale Portogallo. Le più recenti ricerche storiche, ci informano che con ogni probabilità, il Santo nacque a Roma, dove sicuramente crebbe. Le fonti ci danno notizia dettagliate a partire dal 366, anno in cui divenne Pontefice Romano.
Il periodo storico in cui visse e operò il Santo Pontefice fu caratterizzato dalla presenza di una serie di eresie che erano solite mettere in difficoltà la sede di Pietro e la Chiesa tutta. Il Pontefice contrastò ogni forma di eresia. La Chiesa del IV secolo attraversò un burrascoso periodo caratterizzato dalla presenza di numerose eresie, che il Pontefice si ritrovò a combattere. Con i sinodi romani del 368 e del 370, San Damaso I condannò l’apollinarismo e il macedonianismo, correnti teologiche considerate eretiche. Inoltre, il Santo Pontefice fece scomunicare Aussenzio, Vescovo ariano di Milano.
Il Santo Pontefice è inoltre ricordato per la famosa invocazione del “testo petrino”. Infatti, San Damaso I fu il primo Vescovo di Roma a invocare le parole raccolte da Matteo nel suo Vangelo: “E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”. Secondo tali Sante parole, la Sede Apostolica non si basa sulle delibere dei concili, ma sulle parole di Gesù Cristo.
San Damaso I morì a Roma, l’11 dicembre 384. Nel corso del XVI secolo, il Cardinale Alessandro Farnese il giovane fece traslare le sue spoglie nella basilica di San Lorenzo in Damaso. San Damaso I operò un gran lavoro nelle catacombe, motivo per cui è Patrono degli archeologi. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica l’11 dicembre.
Fabio Amicosante
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