Per i sacerdoti il celibato non è un peso bensì un dono

Uno dei dubbi più frequenti sulla vita sacerdotale riguarda il celibato, perché la Chiesa Cattolica continua a richiederlo ai propri sacerdoti ? La risposta a questa domanda è contenuta nel libro del sacerdote americano Gary Selin ‘Priestly Celibacy: Theological Foundations‘, docente di teologia al St. John Vianney Theological Seminary, a Denver in Colorado (USA).

Come anticipa il titolo stesso del libro, Selin da una spiegazione teologica basata sulla dottrina originaria e spiega che per il sacerdote il celibato non è un peso, bensì un dono: “Per permettere al sacerdote di compiere la sua missione, lo Spirito Santo dà a lui doni particolari, o carismi, tra i quali c’è appunto il celibato sacerdotale. Visto in questa luce, il celibato è un dono per la Chiesa che deve essere protetto e amato”.

Il celibato sacerdotale, dice ancora il professore, è osservato per rispetto della figura di Gesù Cristo che era “Povero, casto ed obbediente alla volontà del Padre”. La questione è stata dibattuta sin dall’inizio, tanto che persino San Paolo ne ha parlato per chiarire la motivazione della scelta: “Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie. Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. Questo poi lo dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è degno e vi tiene uniti al Signore senza distrazioni”.

Il celibato, insomma, aiuta i sacerdoti e le suore a dedicare la propria vita al Signore senza che questioni umane turbino questo compito. Ciò che ci si chiede e se a distanza di millenni dalle parole di San Paolo, i sacerdoti pensino ancora che la famiglia sia un impedimento alle questioni del Signore. Una risposta (oltre a quella di Padre Gary Selin) in tal senso l’ha data don Andrea Giordano, divenuto sacerdote dopo aver contratto matrimonio ed aver avuto tre figli, che a riguardo dice: “Il celibato permette al sacerdote di essere unito, con cuore indiviso, a Gesù Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote. Questo dono dell’intimità divina è il primo frutto del celibato. Di conseguenza, il sacerdote è maggiormente in grado di donare se stesso in una vita di servizio alla Chiesa attraverso la carità pastorale”.

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