Nell’Arcidiocesi di Città del Messico, un Sacerdote, mentre guidava la preghiera dei fedeli, ha bruciato alcune effigi colorate di Pachamama, definendole come una parodia di Maria.
Si è da poco concluso il Sinodo sull’Amazzonia e le reazioni alla presenza di statuette lignee, definite Pachamama, presenti per l’appunto al Sinodo, arrivano da diverse parti del mondo. La notizia arriva da Città del Messico, dove un Sacerdote, mentre guidava la preghiera dei fedeli, ha gettato nel fuoco le effigi delle statue di Pachamama. Fuori dalla Chiesa dedicata a Nostra Signora di Guadalupe, il Sacerdote, attraverso questo gesto, ha voluto spiegare la sostanziale differenza tra la Vergine di Guadalupe e le effigi di Pachamama.
Il video (fonte Life Site News) ha ripreso Hugo Valdemar, Sacerdote di Città del Messico, vicino a un ragazzo, che aveva in mano una raffigurazione della Madonna di Guadalupe. Le fiamme provenivano da un camino metallico tenuto in piedi da quattro zampe e ricoperto da una tovaglia bianca. Hugo Valdemar, raccolte dal tavolo un paio di effigi di Pachamama, le ha messe accanto alla raffigurazione della Vergine di Guadalupe, spiegando le differenze.
Dapprima il Sacerdote ha spiegato l’immagine di Guadalupe, con queste parole: «La più benedetta Vergine [Maria] di Guadalupe, come sappiamo, è una giovane donna incinta. Ha Gesù nel suo grembo, che deve dare alla luce il nuovo continente (il nuovo mondo). Viene a concedere il suo amore a tutti gli abitanti di questo intero continente (non solo il Messico). È incinta e porta Gesù che ci porterà il Vangelo e scaccia le tenebre dell’idolatria e del diavolo».
Le immaginette di Pachamama, esposte in occasione del Sinodo a Roma, nella Chiesa di Santa Maria in Traspontina, sono state definite dal Sacerdote una “parodia di Maria”. Prosegue poi il Sacerdote: «Pachamama è incinta, ma porta l’anticristo per partorirlo nella chiesa massonica, per distruggere i sacramenti […]. Quindi, questo anticristo che deve dare alla luce una chiesa con un “volto amazzonico” è un abominio, è una contraddizione con la dottrina della Chiesa».
Un gesto, quello del Sacerdote di Città del Messico, che sarebbe servito per espiare il peccato di adorazione delle statue in Vaticano durante il Sinodo dell’Amazzonia recentemente concluso. Le statuette lignee, presenti nella Chiesa di Santa Maria in Traspontina, a pochi passi da piazza San Pietro, sono state rubate e gettate nel Tevere da un ragazzo austriaco di 26 anni. Egli ha sostenuto di aver visto in quelle statue una rottura del Primo Comandamento.
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Fabio Amicosante
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