Il ruolo del lettore in Chiesa, non è quello di leggere, ma di proclamare la parola di Dio

Il compito del lettore, che davanti al popolo in silenzio, durante la Santa Messa, principalmente, annuncia la Parola di Dio, è molto importante e va eseguito in un certo modo, con lo spirito giusto potremmo dire. E’ necessario che il lettore non si limiti a leggere, ma proclami la Parola in semplicità e verità di intenti, senza esasperarla.

In primo luogo, però, deve essere preparato ad adempiere al suo ruolo.

Come dice il liturgista don Finotti: “Il lettore deve avere una almeno minima conoscenza della Sacra Scrittura. (…) Chi sale all’ambone deve saper che cosa sta per fare e che tipo di testi sta per proclamare. Inoltre deve avere una sufficiente preparazione liturgica, distinguendo i riti e le loro parti e sapendo il significato del proprio ruolo ministeriale, nel contesto della liturgia della parola.”.

Questo per specificare l’intenzione e l’atteggiamento giusto da tenere, nel compito che gli è stato assegnato. Ma è opportuno che sappia anche come muoversi, ossia qual è la maniera più rispettosa per alzarsi da posto e recarsi all’ambone, “come usare il microfono, come gestire il lezionario, come pronunziare i diversi nomi e termini biblici, in qual modo proclamare i testi, evitando una lettura spenta o troppo enfatica.”. Quella del lettore è un vero e proprio Ministero pubblico e va svolto in modo che l’assemblea intera possa beneficiarne, possa sentire bene.

“Il Verbum Domini col quale termina ogni lettura non è una constatazione (Questa è la Parola di Dio), ma un’acclamazione colma di stupore, che deve suscitare la corale e grata risposta di tutti (Deo gratias).”.

Da evitare allora è ogni forma di interpretazione, poiché il testo biblico, anche se contiene delle frasi dirette, non è un copione da recitare. “Il lettore, quindi, deve curare la vita interiore della Grazia e predisporsi con spirito di orazione e sguardo di fede.”

Il lettore è testimone della Parola di Dio, in quel preciso momento. “Essa, pur essendo efficace in se stessa, acquista tuttavia dalla santità di chi la trasmette, uno splendore singolare e una attrattiva misteriosa. Dalla cura della vita interiore del lettore, oltre che dal buon senso, dipendono anche la proprietà dei suoi gesti, del suo sguardo, dell’abito e dell’acconciatura. E’ evidente che il ministero del lettore implica una vita pubblica conforme ai Comandamenti di Dio e alle leggi della Chiesa.”.

Ed è questo il motivo per cui, chi va a leggere in chiesa non può essere qualcuno di passaggio, ma qualcuno che si renda ben conto dell’onore che gli viene concesso dal Signore, perché divenga suo portavoce, e, nel contempo, della rilevanza del servizio che sta offrendo ai fratelli nella fede.

 

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