Il ricordo del piccolo Alfredino: una tragedia che si poteva evitare?

Dopo 40 anni, una tragedia che ancora non riusciamo a dimenticare. Il bambino cadde in un pozzo, nonostante i numerosi tentativi non si riuscì a salvarlo.

il piccolo Alfredino Rampi

il piccolo Alfredino Rampi

La tragedia che portò alla necessità della creazione della Protezione Civile. La mamma del piccolo, però, dichiara che, dopo tanti anni, nel nostro Paese si fa ancora poco perché “manca una cultura della prevenzione”.

La tragedia di Alfredino: cosa è cambiato da allora?

Tutta Italia rimase con il fiato sospeso per la sorte di Alfredino Rampi, il piccolo che cadde in un pozzo a Vermicino, vicino Frascati. Accorse sul posto perfino l’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, colpito dalla vicenda e per seguire da vicino le operazioni di salvataggio, andate poi fallite.

Era il giugno del 1981. Oggi, a 40 anni di distanza, la mamma di Alfredino, Franca, affida un suo pensiero: “In questo Paese manca ancora a livello diffuso la cultura della prevenzione – afferma.

L’Italia segue in diretta la vicenda

40 anni fa, migliaia furono gli italiani che, grazie alla diretta della Rai, per 3 giorni seguirono incessantemente la vicenda legata al piccolo. Tanti furono i tentativi per salvare il piccolo immerso nel fango e caduto nel pozzo. Alfredino aveva solo 6 anni quando finì nel pozzo artesiano. I soccorritori provarono a salvarlo in tutti i modi, ma nessuno riuscì a tirarlo fuori.

Tante le polemiche che si scatenarono per l’inadeguatezza dei soccorsi stessi, ma anche sulla decisione di mandare in diretta l’evento, quasi come fosse una sorta di primo reality degli anni 80. Alfredino non ce l’ha fatta e il suo corpo fu recuperato solo dopo un mese.

Il “Centro Alfredino Rampi”, oggi, forma i soccorritori

A poche settimane da quella tragedia nacque, per volontà dei suoi genitori, il “Centro Alfredino Rampi”, per far sì che nessuno più a partire dai genitori dei più piccoli, si trovasse più nella stessa situazione di impotenza nella quale si trovarono i Rampi. “Tutto quello che all’epoca è mancato e che purtroppo, forse, ha generato anche il fallimento del salvataggio di Alfredino è migliorato. Abbiamo imparato che c’era bisogno di un sistema organizzato di soccorsi, un coordinamento tra soccorritori che a Vermicino non c’era” – ha dichiarato, all’Ansa, Daniele Biondo, psicanalista del Centro.

Oggi, il “Centro Alfredino Rampi” forma tanti soccorritori, diventando così un punto di riferimento nazionale. Dopo quella tragedia, e dopo quella del terremoto dell’Irpinia del 1980, in Italia nacque la Protezione Civile.

Il nostro è un Paese che fa ancora troppo poco per la prevenzione e, su questo, la mamma del piccolo Alfredino, a 40 anni di distanza, ha colto nel segno.

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ROSALIA GIGLIANO

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