Resurrezione dei morti: una realtà biblica e anche storica

Al contrario di ciò che si possa pensare, la resurrezione dei morti è una realtà biblica ma che fa parte anche della storia della Chiesa e dell’umanità. 

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Nelle Scritture troviamo infatti numerosi “miracoli biblici”, in cui vi sono diversi episodi di morti resuscitati, riportati in vita dal Signore. Questi si distinguono dai “miracoli ecclesiastici”, avvenuti successivamente e che sono oltretutto seguiti da un diverso iter di verifica.

La resurrezione dei morti dalla Bibbia alla storia dell’umanità

Naturalmente, ciò ci dice anche che c’è profonda differenza tra la resurrezione dei defunti e la Resurrezione della carne. Ovvero tra le vicende di persone che vengono riportate in vita su questa terra, quindi non in eterno, e la Resurrezione della carne che avverrà il Giorno del Giudizio, e che rappresenta inoltre un dogma di fede rivelata.

I miracoli di cui ci viene dato conto nella Bibbia sono infatti senza dubbio superiori rispetto ai cosiddetti “miracoli ecclesiastici”, perché sono intrisi di una verità unica e incomparabile che è quella del testo biblico. Di conseguenza, non c’è alcun dubbio che quei fatti di cui abbiamo riscontro nella Scrittura siano piena realtà.

I passi biblici dei Profeti in cui avviene la resurrezione dei morti

Di conseguenza, lo sono anche le resurrezioni dei morti. Nella Bibbia abbiamo, tra questi, la vicenda di resurrezione del Profeta Elia, che si trova in 1Re, 19-22. “Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò al piano di sopra, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: «Signore mio Dio, forse farai del male a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore Dio mio, l’anima del fanciullo torni nel suo corpo». Il Signore ascoltò il grido di Elia; l’anima del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere”.

Un altro episodio è quello legato al Profeta Eliseo in 2Re, 4 e in 2Re, 20. “Eliseo morì; lo seppellirono. All’inizio dell’anno nuovo irruppero nel paese alcune bande di Moab. Mentre seppellivano un uomo, alcuni, visto un gruppo di razziatori, gettarono il cadavere sul sepolcro di Eliseo e se ne andarono. L’uomo, venuto a contatto con le ossa di Eliseo, risuscitò e si alzò in piedi”.

Le resurrezioni del giovane di Naim, della figlia di Giairo e di Lazzaro

Altre vicende bibliche di resurrezione dai morti sono quelle della resurrezione del giovanetto di Naim, il figlio della vedova, in seguito della figlia di Giairo (Marco 5) e di Lazzaro (Giovanni 11), in questi casi per opera di Nostro Signore Gesù Cristo. “Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre” (Luca 7, 13-15).

Poi ci sono le vicende in cui San Pietro risuscita Tabita o in cui San Paolo risuscita Eutico. Il primo caso è riportato in Atti 9, 40-41. “Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi rivolto alla salma disse: «Tabità, alzati!». Ed essa aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i credenti e le vedove, e la presentò loro viva”. Il secondo è invece narrato in Atti 20 (9-12).

Gesù diede un mandato ben preciso: “Risuscitate i morti”

D’altronde è lo stesso Gesù che diede tale mandato missionario agli Apostoli ed ai Discepoli. “E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Matteo 10, 7-8).

Da allora furono centinaia i casi analoghi avvenuti nell’arco della storia della cristianità. Casi totalmente inspiegabili per la scienza ma non agli occhi della fede, che trae linfa vitale proprio dalle Parole pronunciate da Gesù, che di conseguenza mettono in luce quella che è la vera spiegazione di tali accadimenti. Ovvero l’unicità del Signore e l’autenticità della Chiesa, accompagnati da numerosi prodigi ben concreti e tangibili.

Le vicende di San Domenico di Guzman e di Sant’Ignazio di Loyola

A prendere parte a queste vicende di resurrezione, facente parte dei cosiddetti “miracoli ecclesiastici”, è toccato a San Domenico di Guzman, a Sant’Ignazio di Loyola, a San Filippo Neri, a San Paolo della Croce o a San Giovanni Bosco. San Domenico,  fondatore dell’Ordine dei Domenicani, accolse una nobildonna romana che si inginocchiò ai suoi piedi e pose il figlio senza vita davanti a lui. Il santo fece il segno della croce sul ragazzino, prese il giovane per mano e lo tirò su vivo, oltretutto anche guarito dalla sua malattia. In seguito San Domenico risuscitò altri morti nella città di Roma.

Nel 1524 invece Sant’Ignazio, fondatore della Compagnia di Gesù e religioso che aveva molti doni spirituali, stava tornando da un convento di suore domenicane, mentre vide un uomo che si era appena impiccato. Pronunciando il nome di Gesù sul suo corpo, l’uomo aprì subito gli occhi e tornò in sé. Prese i sacramenti, dopo essersi pentito di ciò che aveva fatto e confessato, e morì.

Il miracoloso risveglio del giovane dopo l’arrivo di San Giovanni Bosco

Più recente invece l’accaduto miracoloso che ha coinvolto San Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani, a cui è stata attribuita dalla Chiesa la resurrezione di almeno due ragazzi. Parlando di lui, Papa Pio XI disse: “Il soprannaturale divenne quasi naturale, e ciò che era straordinario divenne ordinario“. Nel 1866 Don Bosco si trovava nell’area di Firenze quando morì un ragazzino. Il santo pregò Maria Ausiliatrice e in quel momento il ragazzino ricominciò a respirare. Nel 1849, invece, un quindicenne di nome Carlo stava morendo, e cominciò a chiamare Don Bosco, che però non era presente. Quando il santo tornò da Torino erano già passate dieci o undici ore dalla sua morte.

Don Bosco, come fece anche Gesù parlando di Lazzaro, disse che il ragazzo “si era solo addormentato“. Il dottore aveva già firmato il certificato di morte. Nella stanza dell’ammalato don Bosco mandò via tutti, eccetto la madre e una zia. Don Bosco pregò per un po’ e in seguito disse ad alta voce: “Carlo! Alzati!“. Il corpo del ragazzino iniziò a muoversi sotto il lenzuolo, di fronte agli occhi della madre e della zia. Il prete strappò il lenzuolo dal corpo. Carlo sospirò, si mosse ed aprì gli occhi.

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Successivamente, il ragazzo raccontò di essersi trovato circondato da una banda di demoni e che per questo aveva cominciato a cercare Don Bosco per chiedere una confessione. Ma a un certo punto s’imbatté davanti a una splendida Signore che gli disse: “C’è ancora speranza per te, Carlo! Non sei ancora stato giudicato“.

Giovanni Bernardi

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