La profezia di San Francesco sul Papa. Attenti alle false attribuzioni

Da troppo tempo circola un testo di una profezia che qualcuno intende attribuire alle parole di San Francesco d’Assisi. In tal senso è bene fare chiarezza sulle modalità di attribuzione, non sempre così chiare, di tali parole.

San Francesco predica
San Francesco predica (photo Pixabay)

Una ricerca condotta da Frate Alessandro Giacomo Brustenghi, dell’ordine dei francescani, offre alla storiografia un preziosissimo contributo in merito a una tematica molto delicata. Si tratta dell’attribuzione di parole profetiche ai grandi Santi della storia.

In questo caso, è stato chiamato in causa San Francesco d’Assisi, alla cui voce sono state attribuite alcune profezie in merito alle sorti della Chiesa, con “l’arrivo di un Pontefice non canonicamente eletto”, definito “sterminatore”. Purtroppo, queste false attribuzioni si legano a miti illusori, come quello “dell’invalidità dell’elezione di Papa Francesco”. Su quale criterio ci si è basati per confermare tale attribuzione? È bene, in questo senso, andare in fondo alla questione, perché troppe volte, a San Francesco, come ad altri Santi, sono state attribuite profezie di questo tipo.

San Francesco nelle fonti

In generale, gli scritti del Santo di Assisi non sono molti e, quelli di cui disponiamo, sono stati al centro di anni e anni di studi per dimostrarne l’effettiva autenticità. Sono invece diversi gli scritti su San Francesco, dunque: agiografie, lettere, biografie, trattati, bolle papali e documenti di diversa natura. La storia di questa profezia è una storia molto vecchia e risale, almeno agli anni Ottanta del Diciannovesimo secolo.

La profezia pseudo-francescana: la genesi

Premesso che i testi che parlano di pseudo-profezie francescane risalgono almeno al XIII secolo, come ci ricorda fra Alessandro, la profezia in questione si trova in un tomo della Biblioteca Patristica del Medioevo, opera risalente, per l’appunto, al Diciannovesimo secolo. Le note al margine di quest’opera, a loro volta rimandano al “De conformitate vitæ beati Francisci ad vitam Domini Iesu, di fra Bartolomeo di Pisa, conosciuto come il Pisano e risalente al 1390.

Lo studio delle fonti

La fonte caratterizzata dall’opera del Pisano, a sua volta, andava ad attingere a una precedente opera su (e non di)  San Francesco, è bene ricordarlo, scritta da Angelo Clareno e intitolata Expositio Regulæ. Il Clareno, da quanto si apprende, era a conoscenza di alcune profezie che il Beato Corrado da Offida aveva raccolto da Frate Leone, che come ben sappiamo, fu fedele compagno del Santo negli ultimi giorni prima della morte. Ora, il problema viene alla luce. Riguardo gli scritti di Corrado sorgono numerosi dubbi, che soprattutto gli storici hanno sollevato.

Chi scrisse la profezia?

Sappiamo, grazie alle ricerche di fra Alessandro, che Corrado, ai tempi delle divisioni interne all’Ordine, si schierò contro Papa Bonifacio VIII, “contestandone addirittura l’elezione”. Anche Paul Sabatier, tra gli storici più illustri di San Francesco, ipotizza che la stesura di tale profezia possa risalire a un discepolo di fra Corrado. Infatti, non ci stupirebbe di trovare, in un contesto come quello, una profezia circa “un Papa non canonicamente eletto”.

Le Fonti Francescane

D’altronde, tale profezia, presente in alcuni “Verba”, cioè opuscoli di Corrado da Offida, non sono inseriti nelle Fonti Francescane. Il testo della profezia non solo è lontano cronologicamente dalla vita di San Francesco che, come ricordiamo, morì nel 1226, ma è anche inserita in un’opera piuttosto dubbia e sicuramente influenzata da un punto di vista ideologico.

L'importanza delle fonti
L’importanza delle fonti (photo Pixabay)

Dunque, bisogna fare molta attenzione a chi tende ad attribuire a voci illustri, come può essere quella di San Francesco, di San Pio o di altri Santi, profezie strumentalizzate per fini che sono alquanto lontani dalla ricerca storica e storico-religiosa.

Fabio Amicosante

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