Dove si spinsero i primi cristiani? Studi archeologici hanno riportato alla luce la più antica Chiesa cristiana d’Etiopia. Da qui molte risposte.
A seguito di un’importante scavo archeologico, è stata riportata alla luce la più antica Chiesa cristiana del territorio sub-sahariano. Da questa si può risalire al periodo di diffusione della fede cristiana nell’Africa sub-sahariana.
Si tratta di una scoperta importantissima, come sostenuto da Aaron Butts, docente di lingue semitiche presso la Catholic University di Washington. Tale scoperta ci permette di fissare cronologicamente la diffusione della fede cristiana nella zona d’Etiopia, un tempo governata dall’importante Regno di Axum.
L’importante scoperta è avvenuta a Beta Samati, vicino al confine con l’Eritrea. Si tratta di una zona archeologicamente molto studiata, perché ospita una serie di templi risalenti a molti secoli prima dell’Impero axumita. L’edificio, riportato alla luce dagli archeologi statunitensi richiama lo stile romano di un’antica basilica. Lungo 18 metri e largo 12, ha una storia molto simile alle basiliche rinvenute in Occidente: una costruzione sviluppata dai romani per scopi amministrativi e adottata dai cristiani come luogo di culto.
Il docente della Catholic University ci parla dell’importanza di tale scoperta: “È una prova affidabile di una di cristiani leggermente a nord-est di Aksum fin da molto presto”. Già, perché la presenza di un luogo di culto cristiano ci permette di fissare la presenza del culto in terra africana almeno all’età di Costantino, nel IV secolo.
Ciò che ha permesso agli studiosi di confermare che si tratta di una basilica cristiana, sono soprattutto gli oggetti di culto rinvenuti. All’interno della Basilica è stato scoperto un pendente di pietra, con l’intaglio di una croce. All’interno della pietra vi è anche inciso l’antico termine etiope “Venerabile”. Gli archeologi hanno anche ritrovato un’iscrizione: “che Cristo [ci sia] favorevole”.
Già da tempo un’antica tradizione attestava la presenza cristiana nel territorio. Si tratta della storia di Aksum, un missionario di lingua greca, che nel IV secolo convertì il Re Ezana e portò il cristianesimo in Etiopia. Ma l’attendibilità di tale fonte rimane molto dubbia. Questo avvalora l’importanza della scoperta archeologica, che, grazie alle fonti, permette di datare l’arrivo della fede cristiana nel territorio sub-sahariano.
Fabio Amicosante
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