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Come si fa un vero presepe napoletano? Ecco le regole da seguire

Il presepe è il vero simbolo del Santo Natale. Per un vero e proprio presepe napoletano, ci sono delle semplici e specifiche regole da seguire. Il tutto, senza mai allontanarsi da quella che è la Natività.

Ci sono delle regole precise da rispettare per la sua “costruzione e creazione”.

Presepe napoletano – photo web source

Per un vero e proprio presepe napoletano, ci sono delle semplici regole da seguire. Il tutto, senza mai allontanarsi da quella che è la Natività.

Napoli e il suo presepe: come si costruisce

Il presepe, vero simbolo del Natale e principale rappresentazione della Natività. Dalla prima volta di San Francesco a Greccio sino alle attuali rappresentazioni e tradizioni, che (chi più chi meno) non si allontanano dalle origini.

Il tutto parte da San Francesco d’Assisi

Il Santo di Assisi scelse con cura il luogo dove riproporre per la prima volta, la scena di Betlemme e della nascita di Gesù. Scelse anche la capanna, l’asino, il bue, i pastori…tutto doveva esser perfetto, tutto doveva aiutare a comprendere e a capire, a chi ancora non lo conosceva, il mistero dell’Incarnazione di Cristo.

Col passare dei secoli, però, la tradizione del presepe non si è persa. Ha semplicemente cambiato un po’ atmosfera e, in alcuni casi, introducendo anche nuovi personaggi alla classica scena della Natività.

A Napoli, la tradizione presepiale segue regole ben precise: dal paesaggio, ai pastori, alle eventuali “scenografie” da adottare per rendere il tutto ancora più realistico e vicino alla scena immaginata da San Francesco.

Le regole per un presepe Napoletano

Ci sono infatti, secondo la tradizione partenopea, delle precise regole da seguire per quello che, potremmo definire, il presepe perfetto. Vediamo insieme quali sono.

Il vinaio e la bottega nel presepe napoletano – photo web source

I nuovi personaggi: dalla tradizione alla mitologia

Partiamo dai personaggi: oltre ai pastori, a Maria, Giuseppe ed il Bambino Gesù, tutti gli altri personaggi nelle immediate vicinanze della grotta sono essenziali.

Le pecore, gli angeli che annunciano la nascita di Gesù, si affiancano ad altri personaggi di pura e mera fantasia: il vinaio Cicci Bacco (rivisitazione del Dio romano e greco), il pescatore (il ricordo dl pescatore di anime), la zingara (la giovane donna che prevede il futuro e predice la passione di Gesù), i venditori (che, per la tradizione napoletana, devono essere almeno 12, come i mesi dell’anno).

Un paesaggio agreste che avvicina alla Napoli del 1600

Il paesaggio: un paesaggio agreste dove riproporre la nascita di Gesù. Devono esser presenti, volendo, anche più di una grotta (ma più piccole rispetto a quella della Natività), ruscelli, fiumi…il tutto come era la Napoli fra il 1600 e il 1700.

Il paesaggio agreste – photo web source

Il materiale da utilizzare: ovviamente, di prediligono pastori di terracotta. Ma, anche se queste ultime sono più belle (specie nella fattura e nella fedeltà di rappresentazione), possono esser utilizzate anche quelle in plastica. Ciò che è importante, è distribuire l’intero presepe in tre ambienti: la grotta centrale, ed altri due (nei rispettivi lati) che le fanno da contorno.

I simboli del bene e del male nel presepe di Napoli

Due i simboli che non devono mai mancare: l’acqua e il fuoco. L’acqua dei ruscelli e il fuoco dei forni delle botteghe vicine alla grotta. Entrambi, sono il simbolo del bene e del male.

La natività: come si posizionano i personaggi nel presepe di Napoli

In ultimo, la scena della Natività. Maria, Giuseppe, il bue e l’asino sono lì, in attesa, dell’arrivo del Bambino Gesù che, rispettando la tradizione, dovrà esser collocato la notte del 24 dicembre. Insieme a lui, arrivano anche gli Angeli e i pastori. Solo il 6 gennaio arriveranno i Re Magi, che verranno posti proprio davanti alla capanna.

la natività – photo web source

Regole semplici, per un presepe che rispetta, a pieno, soprattutto nel paesaggio, la tradizione della Napoli del 1600 e del 1700.

ROSALIA GIGLIANO

Rosalia Gigliano

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Rosalia Gigliano

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