Un’immagine della Vergine Maria apparve un giorno in una grotta: da allora si moltiplicano le grazie ricevute da chi vi si reca.
Nel 1714 un cacciatore di Narni, di nome Ugo, si stava aggirando alle pendici del monte Sant’Angelo, in provincia di Terni.
Ad un tratto si imbatté in una grande grotta, ricoperta, all’ingresso, da un fitto groviglio di sterpi.
L’uomo allora fu preso dalla curiosità e, data anche la tempesta che era appena scoppiata, decise di entrare all’interno della grotta. Dopo poco i suoi occhi si abituarono al buio: a quel punto notò una strana immagine. Era l’immagine della Vergine Maria, rappresentata con in braccio il Bambino Gesù.
Preso dallo stupore, il cacciatore corse in città e cominciò a raccontare a destra e a manca l’accaduto. In poco tempo tutti furono a conoscenza dello straordinario accaduto.
Iniziò così una serie di prodigi e molti dei fedeli che si recavano a farle visita in preghiera nella grotta, ricevettero numerose grazie ad opera di Maria. Poco tempo dopo lì venne edificata una chiesa, per poter contenere tutti i numerosi pellegrini che giorno dopo giorno aumentavano.
Ogni anno per i cittadini di Narni Scalo è diventata anche usanza organizzare, nei primi giorni di settembre, una festa in ricordo di questo miracoloso evento, in segno di ringraziamento alla Madonna per le benedizioni ricevute.
Durante la processione si attraversano le vie di Narni Scalo portando l’immagine della Vergine, che continua a diffondere grazie a tutti i fedeli e ai suoi figli.
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O Maria,
ponte tra la terra ed il cielo,
attraverso di Te il Verbo si è fatto carne
ed è venuto ad abitare in mezzo a noi
per condurci tutti al cielo.
O Maria,
Tu che per prima sei stata assunta in cielo,
O Maria,
O Maria,
ponte dolce e forte,
ponte di amore e di pace,
Elisa Pallotta
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