Si è parlato spesso di come il lockdown avesse “chiuso in casa” anche gli spacciatori, facendo registrare una curva discendente in merito alla vendita delle droghe. Era la verità?
Purtroppo, le ultime indagini raccontano una storia diversa e di come, da Maggio ad Ottobre, nel periodo subito successivo al lockdown, coloro che vendono o fanno uso di sostanze stupefacenti abbiamo recuperato grandemente il mercato. L’Istituto Superiore della Sanità ne da il triste annuncio. Attraverso il Sistema di Allerta Precoce, ha identificato ben 33 sostanze, messe in circolazione e ha lanciato l’allarme.
Quelle in circolazione sono pericolosissime sostanze psicoattive, relative a più di 137 sequestri, solo nel nostro Paese. Dopo il lockdown, dunque, il “dato di spaccio” registrato è risultato triplicato, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel contempo, c’è stata un’impennata anche del numero delle intossicazioni, secondo i dati raccolti dal Centro Antiveleni della Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia.
Tra le sostanze più ricercate, al momento, ci sono nuovi cannabinoidi sintetici, il MDMB-4en-PINACA e il 4F-MDMB-PINACA per la precisione. Questi si contendono i tossicodipendenti insieme alle droghe già note, ossia l’eroina, la cocaina, la cannabis e a tutte le amfetamine.
Gli esperti affermano: “Visto che dal 2016 il Sistema Nazionale di Allerta Precoce ha rilevato più di 40 casi di intossicazione acuta e/o decesso correlati all’assunzione delle NPS, è ragionevolmente presumibile che tali sostanze siano coinvolte nel gran numero di ospedalizzazioni droga-correlate in cui si fa riferimento a sostanze miste o sconosciute”.
Se ne deduce che, se il lockdown aveva costretto tossici e pusher all’isolamento forzato e alla riduzione dei contatti, il problema della dipendenza dalle droghe non è stato minimamente intaccato -tanto meno risolto!- ma semmai sollecitato dal successivo periodo di ritrovata libertà.
Antonella Sanicanti
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