I Pontefici e la montagna: il Papa che ha scalato la seconda vetta d’Europa

I Pontefici hanno avuto sempre un rapporto speciale con la montagna, ma c’è stato un Papa che era anche un esperto alpinista.

Foto dal Web

Il Santo Padre in questione era Pio XI ed ha cominciato a scalare le vette montuose ben prima di diventare un Pontefice.

I pontefici e la montagna

Sono stati tanti i Papi che nel corso della loro vita hanno concesso un posto privilegiato all’attività sportiva, in particolare quella montana. L’esempio più vicino a noi è sicuramente quello di Papa Giovanni Paolo II, il pontefice polacco infatti era un portiere di calcio ed era anche un amante dello Sci. Si racconta che durante le sue escursioni in montagna preferisse salire sino alla cima a piedi con i gli scii in spalla. In quel modo poteva contemplare il paesaggio ed indulgere nella contemplazione.

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Wojtyla non è stato l’unico Papa ad amare particolarmente la montagna. Paolo VI, ad esempio, era solito rifugiarsi nelle alture svizzere di Engelberg per rilassarsi dalla tensione e riflettere. Per Benedetto XVI, amante dei paesaggi montuosi sin da bambina, la montagna era il luogo perfetto in cui studiare e scrivere. L’immensità di quei luoghi gli restituiva un senso d’impotenza, di piccolezza che lo ispirava nelle riflessioni dottrinali.

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Il Papa Alpinista

Tra gli ultimi pontefici, però, quello che ha amato maggiormente la montagna è stato sicuramente Ambrogio Damiano Achille Ratti, divenuto da Santo Padre Pio XI. Da sempre affascinato da quei luoghi, Ratti non ha esitato a perlustrare le vette più alte delle Alpi quando l’alpinismo si è diffuso anche tra chi non abitava nelle regioni montuose. La sua impresa più grande risale certamente al 1890, quando raggiunse la vetta del Monte Bianco. L’ascesa del secondo monte più alto d’Europa durò 2 giorni, durante i quali proprio il Pontefice aprì una nuova via per accedervi.

L’alpinismo era la sua passione più grande, tanto che nel corso degli anni successivi partecipò a numerose spedizioni, tra le quali si ricorda quella per raggiungere la vetta del Monte Rosa. In una lettera del 1923, Papa Pio XI definì l’alpinismo: “giovevole alla sanità dell’anima nonché del corpo“. Oltre ad essere un ottimo esercizio fisico, infatti, il Pontefice riteneva che le difficoltà incontrate per scalare i monti preparassero lo spirito ad affrontare quelle nella vita di tutti i giorni.

Luca Scapatello

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