Nei giorni di Coronavirus, in cui la Santa Messa è stata sospesa in tutte le chiese d’Italia, arriva dalla Polonia un esempio di fede incrollabile che ci rende orgogliosi dei nostri fratelli che ci confermano nella fede.
Nel paese nativo di San Giovanni Paolo II, infatti, per combattere la problematica di non dovere creare assembramenti in luoghi pubblici, per non rischiare di diffondere il contagio epidemico, si è trovata una soluzione ben diversa dall’Italia. Quella cioè di moltiplicare il numero delle Sante Messe domenicali. Affinché il numero di persone per ogni singola celebrazione vada diminuendo, e permettendo ai fedeli di stare più distanti fra loro all’interno della chiesa.
Facendo in questo modo, è quindi possibile rispettare in ogni celebrazione le linee guida fissate dalle autorità governative. Malati e anziani, invece, sono dispensati dal partecipare fisicamente alle celebrazioni nei giorni di festività. Essendo i più deboli e a rischio di fronte a questo terribile virus, si è ben pensato di non mettere a rischio la loro salute. Che sarebbe stata sicuramente una scelta valida anche per le chiese italiane, se ben ragionata.
Così tuttavia ha deciso la Conferenza episcopale polacca. E nel comunicato diffuso dal presidente della Kep, l’arcivescovo di Poznań Stanisław Gądecki, la spiegazione è stata del tutto chiara. In un momento di rischio per la salute fisica delle persone, il dovere dei sacerdoti è quella di non dimenticare la loro salute spirituale.
“Nella situazione attuale, vorrei ricordare che proprio come gli ospedali curano le malattie del corpo, così le chiese servono, tra le altre cose, a curare le malattie dell’anima, quindi è inimmaginabile per noi non pregare nelle nostre chiese”, è quanto affermato dal religioso. Che ha inoltre raccomandato “al buon Dio coloro che sono morti di Coronavirus”. “Preghiamo per la salute dei malati e per i medici, il personale sanitario e tutti i servizi che lavorano per fermare la diffusione di questo virus. Preghiamo che l’epidemia finisca”
La situazione in Polonia per fortuna è molto meno grave che in Italia, anche se qui non si è mai avuta questa idea. Ed è un peccato, perché in tempo di emergenza la liturgia è ciò che dà maggiore forza allo spirito dei cristiani, e l’Eucarestia diventa così cibo essenziale, senza del quale non si può vivere.
Giovanni Bernardi
Fonte: lanuovabq.it
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