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Perché senza confessione no si può ricevere l’assoluzione dai peccati

 

Sarà capitato ad ognuno di noi di chiedersi: se è Dio che perdona i peccati perché li devo confessare ad un sacerdote e non direttamente a lui? A questo quesito si collega l’idea di poter essere perdonati dal Signore attraverso un processo di pentimento interiore e non condiviso, ma se facciamo questo i nostri peccati vengono rimessi?

Per rispondere a queste domande bisogna cominciate dal principio, ed il principio è preso da un passo del Vangelo in cui Gesù dice agli apostoli: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”. E’ lo stesso Cristo quindi che impone il sacramento della confessione come strumento utile alla rimessione del peccato. Il perché di questa decisione è principalmente collegato alla funzione della Chiesa come continuazione dell’incarico di Dio. Questa è stata creata proprio al fine di guidare il popolo di Dio alla salvezza ed è attraverso i sacramenti del pentimento, della confessione e dell’eucaristia che i nostri peccati vengono emendati e diventiamo il corpo di Cristo.

Questo significa che ogni peccato non confessato non verrà perdonato? Non necessariamente ogni genere di peccato per ricevere un’assoluzione necessita della penitenza (basti pensare ai peccati di pensiero che vengono rimessi all’inizio di ogni Messa) ma la confessione diventa un esercizio utile per rendersi conto di azioni sbagliate di cui altrimenti non ci cureremmo. Quindi se la Chiesa ha il compito precipuo di continuare il tribunale della Misericordia istituito da Gesù ed attraverso questo rimettere tutti i peccati e guidare alla salvezza i fedeli attraverso i sacramenti ci sono anche delle ragioni intrinseche alla natura umana.

La prima ragione è che la confessione garantisce l’obbiettività: molte volte siamo portati a scusare in nostri errori senza riflettere sulle conseguenze che questi possono causare agli altri. Dire ad alta voce i propri peccati è quindi un esercizio utile per rendersi conto di che peso hanno i nostri sbagli.

La seconda è collegata alla prima e consiste nella formazione della coscienza: praticare costantemente la confessione aiuta a riflettere in maniera profonda sui propri errori, aiutandosi a non redimersi con troppa semplicità, ma anche a non caricarsi di eccessive colpe. Ci sono diversi soggetti alcuni che hanno una coscienza debole e che tendono a non dare peso alle proprie azioni sbagliate, altri che invece si caricano il peso di ogni scelta come se fosse una grave colpa in maniera patologica. Infine ci sono soggetti, e sono spesso la maggioranza, che danno troppo peso ad alcuni errori e poco ad altri. Ecco la confessione aiuta tutti a dare il giusto peso agli errori commessi.

La terza ragione è lo sfogo del dolore: confessarsi a voce alta permette di esteriorizzare il proprio dolore per il peccato commesso, una funzione maieutica, che permette al soggetto di ritrovare una serenità ed un equilibrio interiore.

Luca Scapatello

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Luca Scapatello

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