Ecco perché celibato sacerdotale viene mantenuto

Perché la Chiesa cattolica continua a mantenere il celibato sacerdotale? La domanda se la sono posta in molti, sia perché altre confessioni religiose non hanno questa regola sia perché questo non è un dogma della fede, ma semplicemente una regola del credo cattolico. Il motivo che ha indotto i cattolici a mettere questa regola lo spiega uno studioso del ‘St. John Vianney Theological Seminary di Denver’, Gary Selin, che dice: “Gesù era povero, casto e obbediente alla volontà del Padre. Allo stesso modo, il sacerdote cerca di imitare Gesù in questi modi, attraverso il suo ministero sacerdotale e con la sua stessa vita”.

Si tratta dunque di una scelta che permette ai sacerdoti di essere più vicini ed affini al messia. Selin aggiunge anche che per affrontare questa scelta i pastori ricevono dei carismi particolari: “Per permettere al sacerdote di compiere la sua missione, lo Spirito Santo dà a lui doni particolari, o carismi, tra i quali c’è appunto il celibato sacerdotale. Visto in questa luce, il celibato è un dono per la Chiesa che deve essere protetto e amato”. Appare chiaro che il motivo che induce la Chiesa cattolica a mantenere il celibato è che questo non è un onere, ma un dono del Signore.

E’ altrettanto chiaro che i sacerdoti che non reggono tale voto non sono stati dotati dei carismi necessari e dovrebbero comprendere da soli che la loro scelta di vita non è stata intrapresa seguendo una vocazione. D’altronde era San Paolo che scriveva: “Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie. Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. Questo poi lo dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è degno e vi tiene uniti al Signore senza distrazioni”.

Il sacerdote, quindi, non dovrebbe nemmeno curarsi del voto sacerdotale, ma pensare esclusivamente a Dio, alla preghiera, e a come guidare i suoi parrocchiani ad avvicinarsi a Dio. A tal proposito Papa Francesco ha lasciato aperto uno spiraglio dicendo che non è contrario al concedere i voti a uomini sposati, anche se preferirebbe mantenere il celibato. Se c’è chi ha visto in questa apertura un segnale di progresso c’è chi, come il Sacerdote Andrea Giordano, uomo rimasto vedovo e con tre figli che ha chiesto ed ottenuto il permesso di diventare un parroco, che dice: “Non si può, la vita di un sacerdote deve essere libera da impegni che possano diventare un ostacolo al servizio quotidiano come seguire una parrocchia. Io stesso non posso farlo”.

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