Paura della morte: ecco i consigli per affrontare le nostre angosce

La morte fa paura, allora come porci rispetto a questo passaggio della vita che ci porterà all’incontro con il Signore?

Ma le parole che Papa Benedetto XVI ha usato nel suo testamento spirituale, sono una luce per ciascuno di noi. Lui ha affrontato questo passaggio con piena fiducia, e consapevole di dover attraversare “una porta oscura”.

Paura della morte: come prepararci a varcare quella "porta oscura"
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Aiutati, anche, dalla testimonianza di un fedele e dalla risposta di un sacerdote, cerchiamo di capire anche noi come affrontare questo argomento così delicato.

La morte affrontata da Benedetto XVI

Non è sempre facile, né tantomeno semplice, parlare della morte. Ciascuno di noi la vede come quel limite, come quel distacco definitivo fra ciò che siamo oggi e quello che saremo. Oltre quel limite, c’è l’incontro con il Signore a cui siamo tutti chiamati, e che possiamo accogliere o no, perché a ognuno di noi è dato il libero arbitrio.

La morte, è inutile negarlo, fa paura. Nessuno è sufficientemente pronto ad “accoglierla” anche se si è avanti negli anni e si è ormai consapevoli che il proprio tempo terreno sta per scadere. In questi ultimo periodo siamo stati inondati da una notizia che ci ha fatto molto intristire: il ritorno alla Casa del Padre di Papa Benedetto XVI.

Le sue ultime parole ed il suo testamento spirituale ci fanno capire come, in realtà, lui guardasse alla morte da vero cristiano che, pienamente, si sta per abbandonare nelle braccia di Gesù. “Essere cristiano mi dà conoscenza e, ancora di più, amicizia con il giudice della mia vita e mi permette di attraversare con fiducia la porta oscura della morte – scriveva.

Quella “porta oscura”

Ecco: ancora una volta, ci illumina con i suoi scritti. Parlare della morte come una “porta oscura da attraversare” ma con la consapevolezza e la piena fiducia che non siamo da soli attraversarla. La consapevolezza che il Signore è il solo nostro unico giudice e che solo Lui è giusto, gli ha permesso di affrontare questo momento della sua vita con la preghiera e in grazia. Consapevolezza piena che è arrivata, infine, anche con le sue ultime parole poche ore prima di spirare: Signore, ti amo”.

Papa Benedetto XVI (photo web source)

Il timore di affrontare la morte

Come riuscire ad affrontare la morte con la grazia che ha accompagnato il Papa Emerito? Ognuno guarda a questo momento con sentimenti diversi e contrastanti. Un fedele, a tal proposito, ha posto una domanda a Padre Angelo sul sito “Amici Domenicani”.

Le scrivo perché in questi ultimi tre anni, continuo a vivere in uno stato di angoscia e molta paura […] La mia più grande paura è la morte! Ma non come evento, perché io sono molto cosciente di questo avvenimento che verrà a bussare anche al mio cuore. La morte mi fa molta paura come passaggio, nel senso che io non conosco esattamente la futura destinazione che mi aspetterà in futuro (dannazione o salvezza).

Le dico la pura verità, io prego poco e pecco moltissimo, però in compenso in questi ultimi tre anni, mi confesso quasi ogni settimana e faccio tantissime opere di carità aiutando in modo particolare la mia famiglia e delle persone che mi chiedono aiuto in qualche loro favore.

Io non so più che cosa fare per liberarmi da questa angoscia che mi assilla e soprattutto che cosa devo fare per avere la salvezza per andare in Paradiso. So che lei è molto gentile per cui le chiedo solo di aiutarmi dandomi qualche utile consiglio per potere avanzare nella strada verso la mia salvezza, almeno così potrò ritrovare il mio sorriso di vivere almeno un po’ in pace”. 

Paura della morte: come prepararci a varcare quella "porta oscura"
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Padre Angelo: “La morte istintivamente fa paura”

Una risposta chiara e concisa quella del sacerdote: “La morte istintivamente fa paura. Inesorabilmente viene. Tuttavia se si trattasse solo della morte fisica ci si potrebbe augurare che venga a prenderci nel sonno mentre neanche ce ne accorgiamo. Sarebbe davvero un’eutanasia, che letteralmente significa “morte dolce”.

Ciò che invece fa paura, e – te lo confesso, è anche la mia paura – è ciò che viene dopo, e cioè il giudizio di Dio e la destinazione eterna. Certo, confido nella misericordia del Signore, nei meriti di Gesù, nell’assistenza della Beata Vergine.

C’è un’alternanza di sentimenti nei confronti della morte. In alcuni momenti penso alla morte come ad un essere sempre col Signore e con gli abitanti del Paradiso. In quei momenti la morte non mi fa paura. Ma ve ne sono altri in cui non posso dimenticare quello che dice la Sacra Scrittura: “Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male” – descrive.

Paura della morte: come prepararci a varcare quella "porta oscura"
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Cosa dirò al Signore quando sarò davanti a lui?

E’ anche lo stesso sacerdote ad interrogarsi sul momento della morte: “E allora mi domando: che cosa dirò al Signore quando mi chiederà se ho custodito per la vita eterna quelli che mi ha dato? Certe espressioni del Dies irae (sequenza della Messa da morto) le sento proprio fatte per me: “Quanto terrore verrà quando il giudice giungerà a giudicare severamente ogni cosa. (…)

Sarà presentato il libro scritto nel quale è contenuto tutto, dal quale si giudicherà il mondo. E dunque quando il giudice si siederà, ogni cosa nascosta sarà svelata, niente rimarrà impunito. In quel momento che potrò dire io, misero, chi chiamerò a difendermi, quando a malapena il giusto potrà dirsi al sicuro?”.

Venendo adesso alla tua domanda che cosa dobbiamo fare perché possiamo pensare a quel momento con maggiore serenità? Dobbiamo moltiplicare gli atti di carità. Dice san Pietro: “Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati”.

Prima di lui Nostro Signore aveva raccomandato di fare molte elemosine con lo scopo preciso che i poveri parlino bene di noi davanti a Dio quando ci presentiremo davanti a Lui: “Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne” – continua.

Paura della morte: come prepararci a varcare quella "porta oscura"
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Quali gesti di carità ci aiutano ad andare in Paradiso?

Ma qual è la carità vera che è gradita a Dio? “Non c’è solo la carità fatta con le elemosine. Non sempre e non tutti ne abbiamo la disponibilità. C’è soprattutto la carità della vita quotidiana nei nostri rapporti con tutti, quella carità della quale lo Spirito Santo dice per bocca di Paolo che “è magnanima, benevola, non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”.

Guarderemo a quel momento con meno timore se ci diamo da fare per mettere in pratica le parole del Signore: “Date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

La nostra generosità nei confronti degli altri ci ispirerà fiducia che il Signore sarà generoso con noi nell’accordarci la sua misericordia” – conclude Padre Angelo.

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