La lettera del Papa a tutti i giovani del Festival a Medjugorje

La prima giornata della 36° edizione del Mladifest si è aperta con le parole di Papa Leone XIV rivolte ai giovani arrivati a Medjugorje da ogni parte della terra. 

Papa leone con mano alzata che saluta
Papa leone parla al Festival dei Giovani a Medjugorje – lalucedimaria.it

Una distesa immensa di ragazze e ragazzi di diverse età e nazionalità, hanno gremito l’ampia spianata che si apre davanti all’altare esterno della parrocchia di Medjugorje, animandola dei tanti colori delle bandiere del loro Paese di appartenenza, sventolate con gioia al cielo.

Una presenza che è segno di speranza per il futuro e che fa seguito allo straordinario avvenimento del Giubileo con Papa Leone XIV che si è tenuto dal 28 luglio al 3 agosto a Roma, dove si sono radunati oltre un milione di giovani.

Una staffetta di grazia che vede protagonisti i giovani in ricerca di verità, risposte sul vero senso della vita, relazioni autentiche, che dalla città eterna è giunta ora sino a Medjugorje, e ci mostra un volto bellissimo della gioventù.

Il Papa ha fatto sentire la sua vicinanza con un messaggio che è stato letto da Mons. Aldo Cavalli, Visitatore Apostolico per la Santa Sede, in apertura del 36° Festival dei Giovani a Medjugorje prima dell’inizio della celebrazione della Santa Messa.

Medjugorje: le parole di Papa Leone XIV ai giovani

Cari giovani,

sono lieto di rivolgermi a voi con un messaggio in occasione del 36o Festival dei giovani che, come ogni anno, vi riunisce a Medjugorje. Venite da molti paesi del mondo: vi saluto cordialmente con il saluto del Signore Risorto: «Pace a voi!».

In questi giorni avete riflettuto sul motto scelto per questo Festival: “Andremo alla casa del Signore” (Sal 122,1). Questo versetto ci parla del cammino, del desiderio che ci spinge verso Dio, verso la Sua dimora, dove possiamo essere veramente a casa, perché il Suo amore ci attende. Come possiamo andare verso la casa del Signore senza sbagliare direzione? Gesù ci ha detto «Io sono la via» (Gv 14,6): Lui stesso ci accompagna, ci guida, ci rafforza durante il nostro cammino. Il Suo Spirito ci apre gli occhi e ci mostra ciò che da soli non potremmo comprendere.

Nel cammino della vita non camminiamo mai da soli. Il nostro cammino si intreccia sempre con quello di qualcun altro: siamo creati per incontrarci, per camminare insieme e per scoprire una meta comune. Per questo, condivido volentieri con voi il pensiero di sant’Agostino, che non parla della casa del Signore come di una meta lontana, ma annuncia la gioia di camminare insieme, come un popolo in pellegrinaggio: «Andiamo, andiamo!

Così parlano tra loro e, creando una fiamma l’uno per l’altro, formano una sola fiamma. E questa unica fiamma, nata da colui che parla, trasmette all’altro la fiamma di cui arde» (Sant’Aurelio Agostino, Enarrationes in Psalmos, PL 37, p. 1619). Che immagine meravigliosa! Nessuno cammina da solo: ci incoraggiamo a vicenda, ci aiutiamo a vicenda. Le fiamme dei nostri cuori si uniscono e diventano un’unica grande fiamma che illumina il cammino. Voi, cari giovani, non siete pellegrini solitari. Questo cammino verso il Signore si realizza insieme. Questa è la bellezza della fede vissuta nella Chiesa.

Nei nostri incontri quotidiani, camminiamo insieme nel nostro pellegrinaggio verso la casa del Signore. In questo senso, cari amici, sapete bene che viviamo in un mondo sempre più digitale, dove l’intelligenza artificiale e la tecnologia ci offrono innumerevoli opportunità. Ricordatevi: nessun algoritmo può sostituire un abbraccio, uno sguardo, un incontro vero, sia con Dio che con i nostri amici e la nostra famiglia. Ricordate Maria: anche Lei intraprese un cammino impegnativo per incontrare Sua cugina Elisabetta.

Non fu facile, ma ci riuscì e quell’incontro portò gioia: Giovanni Battista esultò nel grembo di sua madre, riconoscendo nel grembo della Vergine Maria la presenza viva del Signore. Perciò, seguendo l’esempio di Maria, vi incoraggio a cercare incontri veri. Rallegratevi insieme e non abbiate paura di piangere con chi piange, come ci dice San Paolo: «Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto» (Rm 12,15).

Siete venuti a Medjugorje da molte nazioni e forse vi sembra che la lingua o la cultura siano una barriera per l’incontro: siate coraggiosi. C’è un linguaggio più forte di qualsiasi ostacolo, ed è il linguaggio della fede, nutrito dall’amore di Dio. Siete membra del Suo Corpo, che è la Chiesa: incontratevi, conoscetevi, scambiatevi esperienze. Solo così, camminando insieme, sostenendoci a vicenda, illuminandoci a vicenda il cammino, raggiungeremo la casa del Signore. Che gioia sapere di essere benvenuti nella casa del Padre, accolti dal Suo amore e sapere che non dobbiamo camminare da soli, ma insieme!

Se qualcuno di voi, durante questo pellegrinaggio della vita, sentisse la chiamata speciale alla vita consacrata o al sacerdozio, vi esorto a non aver paura di rispondere. Questa chiamata, che sentite risuonare dentro di voi, viene da Dio, parla ai nostri cuori. Ascoltatela con fiducia: la parola del Signore, infatti, non solo ci rende veramente liberi e felici, ma ci realizza autenticamente come persone e come cristiani.

Cari giovani, mentre affido ciascuno di voi alla Beata Vergine Maria, Madre di Cristo e Madre nostra, vi accompagno con la mia preghiera. La Vergine Santissima vi incoraggi e vi guidi nel cammino della vita, affinché diventiate messaggeri di pace e di speranza.

A tutti impartisco di cuore la mia Benedizione Apostolica.

Castel Gandolfo, 9 luglio 2025″

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