In occasione del Giubileo dei catechisti papa Leone XIV ha celebrato la Messa in piazza San Pietro sottolineando che è l’annuncio pasquale che cambia la vita e che bisogna portare agli altri.

Mentre ieri aveva tenuto l’Udienza per coloro che oggi celebrano il Giubileo dei catechisti di questo Anno Santo, papa Leone XIV stamattina, 28 settembre, ha presieduto la celebrazione eucaristica in piazza San Pietro e ha conferito il mandato di catechista a diversi laici di varie nazionalità.
Partendo dal Vangelo di oggi, il pontefice oltre ad illustrarlo ed analizzarlo ha spiegato ai catechisti il valore del loro ruolo, l’enorme importanza che riveste per la vita di ognuno. L’attaccamento alle ricchezze mondane del ricco del racconto evangelico odierno, in constrasto con la figura del povero Lazzaro mostra ciò che davvero conta.
L’annuncio della fede nelle parole di papa Leone XIV alla Messa e Angelus del Giubileo di catechisti
La vita di tutti può cambiare, dice papa Leone, e l’annuncio pasquale, di Cristo che è risorto dai morti è la verità che ci salva e che quindi va annunciata. È questo il compito principale dei catechisti, di coloro, quindi, che sono chiamati a svolgere questo ruolo di primaria importanza nella trasmissione della fede.

Così, il Santo Padre spiega come la verità vada, non solo conosciuta e annunciata, ma amata. “È questo amore che ci porta a comprendere il Vangelo perché ci trasforma aprendo i cuori alla Parola di Dio e al volto del prossimo” dice il pontefice.
I catechisti devono essere al tempo stesso testimoni. Il termine catechista, spiega sempre il papa, viene dal verbo greco che significa “istruire a viva voce, far risuonare“. Il catechista perciò è una persona che deve pronunciare la Parola e viverla con la propria vita per essere credibile agli altri.
Per questo, aggiunge il papa : “i primi catechisti sono i nostri genitori, coloro che ci hanno parlato per primi, che ci hanno insegnato a parlare“. La trasmissione della fede deve iniziare lì dove viviamo, nelle nostre case, attorno alla tavola, perchè “quando c’è una voce, un gesto che porta a Cristo la famiglia sperimenta la bellezza del Vangelo“.
Il pontefice spiega come dopo l’opera dei catechisti cresce la comprensione delle tanto cose quanto delle parole trasmesse sia con la contemplazione e lo studio che con l’intelligenza data da una più profonda esperienza delle cose spirituali.
L’annuncio del prossimo Dottore della Chiesa
In questo “il Catechismo è lo strumento di viaggio che ci ripara dall’individualismo e dalla discordia perchè attesta la fede di tutta la Chiesa cattolica” evidenzia il papa. I catechisi perciò insegnano cioè “lasciano un segno interiore“.
Racconta poi che Sant’Agostino ad un diacono che gli chiedeva come fare ad essere un buon catechista rispose così: “Esponi ogni cosa in modo che chi ti ascolta ascoltando creda, credendo speri, e sperando ami“. È questo, quindi, l’esempio che ci indica e che mostra ai catechisti come la via migliore da intraprendere.
Dopo la celebrazione della Messa, papa Leone prima della recita del consueto Angelus di mezzogiorno, ha annunciato che il prossimo 1° novembre San John Henry Newman, che era stato già preannunciato negli scorsi mesi, sarà ufficialmente proclamato Dottore della Chiesa. Avverà nel contesto del Giubileo del mondo educativo.
Papa Leone, inoltre, ha ricordato le popolazioni colpite da un tifone di eccezionale forza che in questi giorni si è abbattuto su diversi territori asiatici, Taiwan, le Filippine, Hong Kong, il Vietnam. A loro assicura le sue preghiere.