Papa Leone invita i fedeli a una giornata di preghiera e digiuno per la pace

Papa Leone XIV invita tutti fedeli a una giornata di preghiera e digiuno in occasione della festa di Maria Regina che si celebra venerdì 22 agosto. 

Papa Leone Madonna Rosario
Papa Leone Madonna Rosario

Durante la scorsa Udienza Generale del 20 agosto, Papa Leone ha lanciato un appello alla preghiera e al digiuno in segno di supplica al Signore affinché cessino i conflitti che martorizzano diversi Paesi del mondo e i siano consolati i cuori trafitti dal dolore e dall’orrore della guerra. Ecco le sue parole:

Venerdì prossimo, 22 agosto, celebreremo la memoria della Beata Vergine Maria Regina. Maria è Madre dei credenti qui sulla terra ed è invocata anche come Regina della pace. Mentre la nostra terra continua ad essere ferita da guerre in Terra Santa, in Ucraina e in molte altre regioni del mondo, invito tutti i fedeli a vivere la giornata del 22 agosto in digiuno e in preghiera, supplicando il Signore che ci conceda pace e giustizia e che asciughi le lacrime di coloro che soffrono a causa dei conflitti armati in corso. Maria, Regina della pace, interceda perché i popoli trovino la via della pace”

L’appello di papa Leone e la Madonna di Medjugorje alla preghiera e il digiuno

L’appello del Santo Padre a fare la nostra parte, ricorrendo alle potenti armi della preghiera e del digiuno, richiamano le parole della Madonna a Medjugorje che più volte nel corso di questi 44 anni dall’inizio delle apparizioni, ha evidenziato tutta la potenza della preghiera e del digiuno che possono addirittura bloccare le guerre.

Rileggiamo alcuni degli inviti della Regina della Pace che evidenziano l’importanza e l’efficacia della preghiera e del digiuno capaci persino di fermare le guerre.

Messaggio di Medjugorje del 21 luglio 1982

“Cari figli! Vi invito a pregare e a digiunare per la pace nel mondo. Voi avete dimenticato che con la preghiera e il digiuno si possono allontanare anche le guerre e persino sospendere le leggi naturali. Il digiuno migliore è quello a pane e acqua. Tutti, eccetto gli ammalati, devono digiunare. L’elemosina e le opere di carità non possono sostituire il digiuno”.

Messaggio di Medjugorje del 30 novembre 1983

“Ho già detto più volte che la pace del mondo è in pericolo. Diventate fratelli tra di voi! Aumentate le vostre preghiere e i digiuni perché il mondo sia salvato!”.

Messaggio di Medjugorje del 25 gennaio 2001

“Cari figli, oggi vi invito a rinnovare la preghiera e il digiuno con ancora più entusiasmo, affinché la preghiera diventi gioia per voi. Figlioli, chi prega non ha paura del futuro, chi digiuna non ha paura del male. Vi ripeto ancora una volta: solo con la preghiera e il digiuno anche le guerre si possono fermare, le guerre della vostra incredulità e della paura per il futuro. Sono con voi e vi insegno, figlioli: in Dio è la vostra pace e la vostra speranza. Per questo avvicinatevi a Dio e mettetelo al primo posto nella vostra vita. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Un’altra arma potente

Papa Leone evidenzia, sempre nel corso dell’Udienza Generale del 20 agosto, un altro mezzo potente per ottenere la pace: il perdono.

Il perdono placa i conflitti che nascono innanzitutto nei nostri cuori, ma poi si irradia. Ogni volta che  decidiamo di perdonare, e quindi rispondere al male col bene, promuoviamo la pace nei nostri cuori, nelle nostre famiglie e contribuiamo alla pace nel mondo.

Non ci rendiamo conto della sua potente azione riparatrice, che è fonte di riconciliazione e liberazione da rancori, vendette, rabbia che non fanno altro che nutrire il male in noi e fuori da noi stessi.

Ricordiamoci che «Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insie­me», siamo il corpo mistico di Cristo come dice san Paolo nella prima Lettera ai Corinzi. Il perdono non è soltanto una scelta personale che si riflette su di noi ma ha delle conseguenze che si estendono agli altri, se noi perdoniamo e ritroviamo la pace, anche gli altri ne beneficeranno.

Il Pontefice ben lo esprime con le sue parole in riferimento al Vangelo che narra il tradimento di Giuda:

“Perdonare non significa negare il male, ma impedirgli di generare altro male. Non è dire che non è successo nulla, ma fare tutto il possibile perché non sia il rancore a decidere il futuro.

Quando Giuda esce dalla stanza, «era notte» (v. 30). Ma subito dopo Gesù dice: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato» (v. 31). La notte è ancora lì, ma una luce ha già cominciato a brillare. E brilla perché Cristo rimane fedele fino alla fine, e così il suo amore è più forte dell’odio.

Quando la luce del perdono riesce a filtrare tra le crepe più profonde del cuore, capiamo che non è mai inutile. Anche se l’altro non lo accoglie, anche se sembra vano, il perdono libera chi lo dona: scioglie il risentimento, restituisce pace, ci riconsegna a noi stessi.

Gesù, con il gesto semplice del pane offerto, mostra che ogni tradimento può diventare occasione di salvezza, se scelto come spazio per un amore più grande. Non cede al male, ma lo vince con il bene, impedendogli di spegnere ciò che in noi è più vero: la capacità di amare.

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