
Papa Giovanni Paolo II fece ammenda di moltissimi episodi che, nella storia dell’umanità e della Chiesa, riportavano alle mente le vicende cruente di cui anche i religiosi si erano macchiati.
Parlò del Tribunale dell’inquisizione, delle Guerre definite Sante, delle Crociate, dunque, delle innumerevoli vittime e delle persecuzioni che furono giustificate e propagate in nome di Dio, del sangue sparso per difendere la fede, lottando contro altri Credi.
Ma questo non segnava la fine degli scandali, a cui la Chiesa doveva dar voce e che, in qualche modo, doveva superare e spiegare ai fedeli delusi.
Di li a poco, infatti, il vaso di Pandora mostrò innumerevoli crimini, perpetuati dal clero, nei confronti dei minori abusati, come delle persone più deboli.
Anche tanti Vescovi avevano mancato, coprendo i delitti di cui erano a conoscenza, con il loro silenzio omertoso.
L’immagine di Cristo risultava svilita dai media, quella del Santo Padre calunniata, la Chiesa tutta sott’accusa.
Fu Papa Francesco a sostituirlo, che ha aperto una vera e propria maxi inchiesta sulle questioni più scabrose, sulla corruzione, sui peccati del clero, sulla pedofilia.
Lui ha istituito un tribunale, nell’ambito della Santa Sede, per giudicare e allontanare i sacerdoti e i Vescovi che hanno oltraggiato la figura salvifica di Cristo redentore, nel volto e nel corpo dei più innocenti dei suoi seguaci.
Antonella Sanicanti