Lo Spirito Santo “ci insegna l’unica cosa indispensabile: amare come ama Dio”. Lo ha affermato ieri Papa Francesco al Regina Caeli, celebrato dalla finestra del suo studio affacciato su Piazza San Pietro, dopo aver presieduto la Messa solenne della Pentecoste. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Non lo si vede e anche per tanti che si professano credenti è una presenza indefinibile e impalpabile. Ma essere cristiani è un’opera concreta dello Spirito Santo. È Lui che fissa nel cuore ciò che Cristo ha insegnato perché le parole del Vangelo resistano al logorio del tempo e della fragile memoria umana. Non a caso, sottolinea Papa Francesco nel suo pensiero all’ultimo Regina Caeli dell’anno, nel giorno di Pentecoste, lo Spirito Santo è stato “il primo e principale dono” che Gesù “ci ha ottenuto con la sua Risurrezione e Ascensione al Cielo”.
Amore con i “fatti”
“Osservare i comandamenti” va inteso in senso esistenziale, in modo che tutta la vita ne sia coinvolta. Infatti, essere cristiani non significa principalmente appartenere a una certa cultura o aderire a una certa dottrina, ma piuttosto legare la propria vita, in ogni suo aspetto, alla persona di Gesù e, attraverso di Lui, al Padre (…) Lo Spirito, infatti, ci insegna ogni cosa, ossia l’unica cosa indispensabile: amare come ama Dio”.
Lo Spirito insegna e ricorda
“Lo Spirito Santo non porta un insegnamento diverso, ma rende vivo, rende operante quello di Gesù, perché il tempo che passa non lo cancelli o non lo affievolisca. Lo Spirito Santo innesta questo insegnamento dentro al nostro cuore, ci aiuta a interiorizzarlo, facendolo diventare parte di noi, carne della nostra carne (…) Tutte le volte che la parola di Gesù viene accolta con gioia nel nostro cuore, questo è opera dello Spirito Santo”.
Un cuore con questa luce dentro, conclude Francesco, saprà “testimoniare Cristo con franchezza evangelica”.