Papa Francesco: “La carità è la medicina per i cuori tiepidi”

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Papa Francesco

Il messaggio più importante che Gesù Cristo ha lasciato su questa terra, ha detto oggi Papa Francesco, è legato al sentimento più forte di tutti: l’Amore. Amare il proprio prossimo è la cosa più importante che possiamo fare nella vita ed anche se attorno non troviamo altro che porte chiuse e negazione, dare in cambio amore può fare la differenza. Sull’amore e la misericordia Papa Francesco ha costruito il suo cammino all’interno della Chiesa e su questi concetti sta basando il proprio pontificato. Di seguito vi riportiamo degli stralci di una lettera scritta dal Santo Padre ai fedeli in cui evidenzia come l’Amore di Dio supera qualsiasi blocco e avversità.

Dopo aver parlato del periodo di Quaresima, periodo che ci prepariamo ad affrontare anche quest’anno, come di quello in cui offriamo il nostro cuore alla conversione, il pontefice cita una frase del vangelo di Matteo in cui l’apostolo scrive: “Per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti si raffredderà”. La frase, spiega il Santo Padre, è rivolta alla fine dei tempi, in quella occasione Gesù aveva prospettato uno scenario in cui falsi profeti avevano sottratto l’amore dai cuori dei fedeli facendoli diventare tiepidi: “Di fronte ad eventi dolorosi, alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo”.

Il rischio che dei falsi profeti annebbino la vista dei fedeli è sempre presente e papa Francesco da dei consigli per riconoscere i ciarlatani diffidando delle loro parole: “Essi sono come ‘incantatori di serpenti’, ossia approfittano delle emozioni umane per rendere schiave le persone e portarle dove vogliono loro. Quanti figli di Dio sono suggestionati dalle lusinghe del piacere di pochi istanti, che viene scambiato per felicità! Quanti uomini e donne vivono come incantati dall’illusione del denaro, che li rende in realtà schiavi del profitto o di interessi meschini! Quanti vivono pensando di bastare a sé stessi e cadono preda della solitudine”.

Ma se da un lato ci sono quelli che manipolano le persone sfruttando le loro debolezze, dall’altro ci sono quelli che ottengono la fiducia dei bisognosi offrendo loro delle soluzioni semplici: “Altri falsi profeti sono quei “ciarlatani” che offrono soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano però completamente inefficaci: a quanti giovani è offerto il falso rimedio della droga, di relazioni ‘usa e getta’, di guadagni facili ma disonesti!”. Nel prosieguo della lettera il Santo Padre spiega che in una società dominata dai ciarlatani in cui la parola di Dio è sostituita dai bisogni materiali, dall’avidità e dal desiderio di sopraffazione, la carità tipicamente cristiana scompare lasciando spazio a cuori aridi come il deserto e ad una massa di persone eterogenee che invece di creare una comunità forma un insieme di oggetti differenti e a se stanti.

La società descritta non si discosta per nulla da quella in cui viviamo ed il pontefice, consapevole di questa dolorosa verità, offre una vita d’uscita da questo squallore morale: “Se vediamo nel nostro intimo e attorno a noi i segnali appena descritti, ecco che la Chiesa, nostra madre e maestra, assieme alla medicina, a volte amara, della verità, ci offre in questo tempo di Quaresima il dolce rimedio della preghiera, dell’elemosina e del digiuno. Dedicando più tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi,[5] per cercare finalmente la consolazione in Dio. Egli è nostro Padre e vuole per noi la vita. L’esercizio dell’elemosina ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello: ciò che ho non è mai solo mio. Come vorrei che l’elemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita! Come vorrei che, in quanto cristiani, seguissimo l’esempio degli Apostoli e vedessimo nella possibilità di condividere con gli altri i nostri beni una testimonianza concreta della comunione che viviamo nella Chiesa”.

Luca Scapatello

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