La pandemia tra fede e scienza: perché è importante tornare a credere

Con lo scoppio della pandemia anche la Chiesa si è trovata davanti a situazioni del tutto inedite, specialmente nell’ambito della liturgia ma non solo.

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Nella storia dell’umanità, a partire dall’avvento del cristianesimo durante pestilenze ed epidemie di vario genere la Chiesa si è sempre posta in maniera pro-attiva, organizzando processioni pubbliche e grandi eventi di preghiera al fine di invocare l’intervento di Gesù o di Maria al fine di scongiurare il male.

La Chiesa alla prova della pandemia, tra sfide e difficoltà

Spesso, puntualmente, di fronte a grandi atti di devozioni pubbliche questi contesti di grande problematicità si sono effettivamente, stando alle innumerevoli testimonianze storiche, risolte in maniera miracolosa.

Dopo avere domandato l’intervento divino, in numerose occasioni della storia le pandemia sono state scongiurate. Oggi però la situazione appare ben diversa. In ogni luogo del mondo la Chiesa e la cristianità in generale è parsa mostrarsi in piena ritirata.

L’impatto della fede cristiana di fronte alle modifiche sociali del virus

Luoghi di culto sbarrati, ritualità modificate, preghiere e atti liturgici rimasticati ad hoc per fronteggiare la pandemia, gel sanificante invece delle acquasantiere, funerali e matrimoni praticamente negati, e via di questo passo la lista potrebbe essere lunga. La scienza sembra essere diventata ad oggi la vera protagonista dello scenario culturale, nonostante la sua totale incapacità finora nel fornire risposte di alcun tipo.

Infatti è ben noto come ad oggi, di fronte al rischio di contagio, si sono usati gli stessi identici metodi già sperimentati nei secoli scorsi. Vale a dire: mascherine, distanziamento sociale, isolamento nelle proprie abitazioni, e poco altro. Chissà allora, si chiedono in molti, cosa avrebbe detto e pensare il Papa emerito Benedetto XVI, qualora si fosse trovato ad essere ancora regnante?

La grande lezione di Ratzinger nel rapporto tra fede e ragione

Proprio Joseph Ratzinger, infatti, nel corso del suo Pontificato è stato colui che ha posto con maggiore forza la dibattuta questione del rapporto tra fede e ragione. Giungendo a conclusioni, teologiche e non solo, ben chiare, dopo avere inanellato serrati dialoghi con esponenti della cultura laica e scientifica, quando non espressamente ateistica e materialistica.

Fede e ragione, proprio come scienza e religione, non sono affatto avversarie, anzi: tutt’altro. Benedetto XVI lo ha messo in chiaro in molteplici occasioni e documenti, e per questo è stato avversato e non poco, da ogni parte. In molti luoghi in cui si è recato, Ratzinger è stato osteggiato con grande virulenza, proprio perché il suo dire la verità, senza edulcorazioni, dava fastidio.

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Joseph Ratzinger – photo web source

La difficoltà di Papa Francesco nel misurarsi con il virus

Specialmente in un mondo in cui è difficile riconoscere la verità, perché troppo spesso stracolmi di pregiudizi, paraocchi, visioni parziali e totalmente arbitrarie della realtà. Come noto, da secoli, forse dalla rivoluzione illuminista in poi, l’uomo ha cominciato a credere di essere come Dio, quasi a volersi sostituire persino a Lui. Di conseguenza, ha cominciato con grande tristezza a idolatrare sé stesso e il proprio pensiero auto-referenziale.

Papa Francesco fin dal primo giorno in cui è salito al Soglio Petrino ha cercato di giocare con insistenza proprio in questo campo avversario, cercando di portare le sue ragioni, quelle cioè della Chiesa, con un linguaggio e un metodo che possa risultare a tutti comprensibile. Non sempre però è facile riuscirsi, e nel caso della pandemia la “Chiesa in uscita” dell’attuale Pontefice è sembrata essere più in ritirata, che “ospedale da campo“.

Quelle immagini che hanno segnato un momento storico

Tuttavia, le immagini della sera del 27 marzo hanno segnato uno spartiacque incredibilmente fondamentale per tutto ciò che riguarda il ruolo della fede dinnanzi al dramma della prima pandemia “globale“. Dopo quella sera, in maniera a dir poco sorprendente, senza volere evocare particolari miracoli a cui sarà la storia a dare verifica, il numero dei morti per Covid in Italia è sceso in maniera netta e inequivocabile.

Quella sera a pregare davanti la televisione c’erano milioni di italiani, con cifre di ascolto mai viste per un evento del genere dalla nascita della televisione in poi. Poi però i contagi sono ripartiti. I drammi non si sono azzerati, come anche le meschinità umane, visti gli scandali a cui si è assistito giorno dopo giorno, con guadagni illeciti sul contrasto alla pandemia, interessi di natura politica o privata, poteri oscuri che fanno nell’ombra delle proprie stanze il bello e il cattivo tempo.

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Il peccato che l’umanità non tende a volere lavare via per sempre

Potentati internazionali, detentori di ricchezze stratosferiche, hanno visto queste ultime aumentare sempre di più. Regimi autoritari hanno usato la pandemia per aumentare ancora più il loro potere vessatorio contro la popolazione. Persino gli attacchi alle chiese e ai cristiani sono aumentati in maniera esponenziale, con atti anche di natura demoniaca e satanica, mentre nel frattempo la natalità, i matrimoni, la carità vede ogni giorno fare ulteriori passi indietro.

Anche il Papa ha dovuto interrompere i propri Viaggi apostolici, che riprenderà soltanto nel mese di marzo con uno dei più difficili e delicati in assoluto, quello in Iraq, qualora la situazione sanitaria lo consentirà. Anche qui, tutto è in mano al virus, e agli scienziati che lo monitorano e controllano. Insomma, lo scollamento tra fede e ragione sembra farsi sempre più largo, nonostante gli insegnamenti di Ratzinger che hanno riportato il mondo intero alla ragione, quella vera con la maiuscola.

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L’errore della scienza di credere vero solo ciò che vede

La tendenza a considerare vero solamente ciò che è sperimentabile a livello sensibile, e comprensibile con la pura ragione umana, è nient’altro che una mera illusione, spiegava Ratzinger. Oltretutto, dannosa e schizofrenica, perché la compresenza spinta di razionalismo e individualismo nuoce gravemente all’umanità intera, mettendone fortemente in pericolo il suo destino, in particolare a causa della tecnica sempre più avanzata.

Quale direzione stiamo imboccando, a cosa tutto ciò ci sta portando? Le nostre libertà sembrano sempre più messe a rischio, mentre la tecnologia, in mano a un sempre minor numero di persone, sembra al contrario diventare sempre più invadente e totalitaria.

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Piazza San Pietro dall’alto nelle riprese della preghiera del 27 marzo – photo web source

Abbiamo bisogno di fermarci a riflettere, e tornare ad affidarci con sempre più forza alla potenza del Signore, consapevoli che solo Lui può risolvere i problemi dell’umanità in maniera seria e definitiva. Speriamo che sia la volta buona affinché l’umanità intera riesca a comprendere questa lezione.

Francesco Gnagni

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