“Oh se potessi io sollevarti, sostenerti! Gesù la contemplazione di tanti tuoi martirii mi fanno piangere accanto a te” racconta Padre Pio, parlando del Cristo della Passione.
“O Gesù, mio mallevadore generoso, come mi scendono direttamente nel cuore queste tue parole… Oh se potessi io sollevarti, sostenerti! Gesù la contemplazione di tanti tuoi martirii mi fanno piangere accanto a te. Gesù, Gesù! … Oh egli più non ascolta il mio grido! L’amore lo rende carnefice di se stesso. Egli è svenuto a terra, dal suo volto, dalla sua persona tutta, scorre sangue fino a bagnarne la terra. Dapprima io lo vedo a grandi gocce emettere dai suoi pori, poi riunendosi scorrere dalla sua persona come rivoletti a terra”.
Nel giorno della nascita di Gesù, ricordiamo la gioia della sua venuta, ma anche la sorte che gli spetta per essersi sacrificato per ognuno di noi. Quel tenero bambino, un giorno, morirà a causa nostra e della nostra indifferenza. Impegniamoci, dunque, a non farlo “morire” mai più e a farlo pienamente vivere nei nostri cuori.
Di lui si è tanto discusso, in passato, prima di riconoscerne la santità. Durante la sua vita terrena, soffrì molto, a causa dei segni della Passione che lo accompagnarono per gran parte della sua esistenza e che non smettevano di sanguinare.
Il Padre di Pietrelcina, però, soffrì anche a causa della Chiesa che, attraverso il Sant’Uffizio (oggi Congregazione per la Dottrina della Fede) si rifiutava di credere alle manifestazioni mistiche che lo riguardavano. Fu Giovanni Paolo II, eletto Papa, a sciogliere ogni riserva su di lui, spingendo avanti la sua causa di canonizzazione.
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