Osservatore Romano: perché tutte le donne lasciano la redazione

Perché le giornaliste che si occupavano dell’inserto “donne chiesa mondo” hanno lasciato in massa l’Osservatore Romano?

Stando a quanto scritto sull’editoriale di Lucetta Scaraffia a causa di un clima di delegittimazione progressivo.

Osservatore Romano, tutte le donne abbandonano la redazione

Si conclude il percorso di “donne chiesa mondo” all’interno de ‘L’Osservatore Romano’

Sette anni fa, su volontà di papa Benedetto XVI, nasceva l’inserto mensile de ‘L’Osservatore Romano‘, “donne chiesa mondo”. Si trattava di un progetto innovativo all’interno del Vaticano perché prevedeva una redazione di sole donne che si auto gestiva decidendo la struttura redazionale, le assunzioni ed i temi di cui trattare. L’altro aspetto innovativo era legato proprio alla scelta delle tematiche, argomenti che tendevano a dare luce alla donna, fosse essa laica o consacrata, all’interno della Chiesa e, più in generale, in ambito religioso.

Il lavoro della redazione al femminile dell’inserto mensile è stato apprezzato da molte donne in Italia e all’estero: il successo è stato tale che le ultime edizioni di “donne chiesa mondo” sono state tradotte in spagnolo, francese e inglese, ricevendo feedback positivi. Un’esperienza assolutamente positiva a cui lo stesso papa Francesco ha sempre mostrato un occhio di favore, appoggiando costantemente il lavoro svolto dalle redattrici. Eppure questo percorso si interrompe con l’ultimo numero uscito in edicola, un numero in cui l’editoriale è una lunga lettera a papa Francesco in cui si spiega il perché la direttrice, Lucetta Scaraffia, e le 10 redattrici hanno deciso di interrompere la collaborazione.

Perché la redazione femminile ha abbandonato ‘L’Osservatore Romano’?

Il motivo di questa decisione drastica lo si ritrova nelle prime righe della lettera che la direttrice dell’inserto ha rivolto a papa Francesco: “Caro papa Francesco, con grande dispiacere Le comunichiamo che sospendiamo la nostra collaborazione a ‘donne chiesa mondo’, il mensile dell’Osservatore Romano da noi fondato, del quale Benedetto XVI ha permesso la nascita proprio sette anni fa e che Lei ha sempre incoraggiato e sostenuto. Gettiamo la spugna perché ci sentiamo circondate da un clima di sfiducia e di delegittimazione progressiva, da uno sguardo in cui non avvertiamo stima e credito per continuare la nostra collaborazione”.

Questo clima di sfiducia è coinciso con la decisione di affidare la direzione de ‘L’Osservatore Romano’ ad Andrea Monda, avvenuta proprio in tempi recenti. Nella lettera non viene mai nominato né vi è contenuta un attacco diretto nei suoi confronti, ma si trova piuttosto un’accusa alla nuova linea editoriale in cui Scaraffia e le redattrici hanno visto traditi i propri valori e lo spirito che da sempre aveva caratterizzato la redazione: “Sono almeno due mesi che vediamo la pubblicazione di articoli totalmente opposti rispetto alla linea del nostro mensile, è stato un processo di delegittimazione crescente. È uscito ad esempio un articolo firmato da Monica Mondo, una recensione molto critica su un filmato che mostrava abusi su religiose, che portava avanti posizioni opposte alle nostre”, spiega infatti l’ex direttrice all’Huffington Post.

Il nuovo direttore, dal canto suo, precisa di non aver compiuto alcun genere di pressione sulla redazione femminile, inoltre ha dichiarato di aver assicurato loro la piena autonomia, mantenendo la struttura e l’impostazione esistente prima del suo arrivo. Monda dice inoltre di non aver interferito in alcun modo sulla redazione dell’inserto lasciando che fosse la professoressa Scaraffia a valutare cosa inserire e che temi trattare.

Segui tutte le nostre News anche attraverso il nuovo servizio di Google News, CLICCA QUI

Luca Scapatello

Impostazioni privacy