Avrebbe dovuto tenersi un anno fa. Era uno degli eventi diocesani più attesi dell’anno ma la pandemia, alla fine, ebbe il sopravvento.
La lectio di Franco Nembrini sul Miguel Mañara, prevista il 4 marzo 2020 nella basilica di San Giovanni in Laterano, fu annullata pochi giorni prima, in netto anticipo sul primo lockdown nazionale.
Domani, dopo una lunga attesa, la lettura commentata del capolavoro drammaturgico di Oscar Vladislas de Lubicz Milosz (1877-1939), debutterà finalmente in modalità streaming. L’iniziativa è promossa dalla Diocesi di Roma, in collaborazione con l’Ufficio per le Vocazioni e la Pastorale Universitaria e della Cultura.
Nembrini leggerà e commenterà il Miguel Mañara in sei ‘quadri’, divisi in altrettante serate. Tutti i sabati di Quaresima ore 21.30 (20 e 27 febbraio; 6, 13, 20 e 27 marzo), la lettura sarà trasmessa sul canale YouTube “lapartemigliore – don fabio rosini (uffic-lapartemigliore-org)”, facente capo all’Ufficio Vocazioni della Diocesi di Roma, diretto da don Fabio Rosini.
Il dramma di Miguel Mañara, composto dallo scrittore franco-lituano Oscar Vladislas de Lubicz Milosz, è ambientato a Siviglia nel 1656, proprio in tempo di Quaresima. Vi si rievoca la storia di un religioso spagnolo, realmente esistito, la sua caduta nel peccato e la successiva redenzione.
Miguel Mañara è “una vicenda che conosco bene perché per tanti anni l’ho letta e l’ho utilizzata nell’ora di religione quando insegnavo – dichiarò Nembrini un anno fa su Roma Sette, alla vigilia dell’evento poi annullato –. Per me è un testo di interlocuzione molto efficace con i giovani.
L’ho presentato in due o tre parrocchie di Roma e a un certo punto uno dei parroci si è entusiasmato al contenuto”. Era nata così l’idea di proporre l’opera in parrocchia come cammino quaresimale, supportati dallo schema dei “sei quadri”, molto brevi dal punto di vista del testo e corrispondenti ai mercoledì di Quaresima.
Nella confessione iniziale dell’opera, Miguel Mañara afferma: “Ho cercato l’amore per tutta la vita, tante volte ho creduto di averlo afferrato ma non era che un fuoco fatuo, al mattino mi ritrovavo con il capo coperto dalla mia stessa cenere”.
L’abbrivio dell’avventura di Mañara è quindi nel “rendersi conto che non ci si dà la vita da soli ma c’è bisogno di altro”, spiega Nembrini.
La sofferenza con cui Miguel Mañara si deve confrontare è la sofferenza dell’uomo di ogni tempo. Già un anno fa, ai drammatici albori della pandemia in Italia, Nembrini aveva osservato: “Lungi dall’essere fatalista, ma il panico di questi giorni mostra con assoluta chiarezza il bisogno di tornare a insegnare agli uomini che sofferenza e dolore fanno parte della vita. E non necessariamente parte negativa. In tanti anni di insegnamento – aggiunse – ho visto che è vero, anche se non sempre automatico, che laddove c’è sofferenza, c’è una comprensione della vita altrimenti inarrivabile”.
Luca Marcolivio
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