Olimpiadi di Tokyo: chiuse le chiese agli atleti partecipanti

In Giappone che ospiterà le prossime Olimpiadi stanno per scattare dure misure restrittive che coinvolgono le chiese

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Monsignor Kikuchi, Arcivescovo di Tokyo – photo web source

Il Giappone corre ai ripari per la paura Covid, in particolare in prossimità del grande evento sportivo in programma. Le Chiese, per decisione locale, saranno chiuse agli atleti. Ecco perché.

Tokyo e la decisione della Chiesa

“Avremmo voluto che ogni parrocchia si facesse carico dei bisogni spirituali di chi giungerà in Giappone. Ma nella situazione di oggi la priorità rimane non trasmettere la malattia”. Con queste parole, l’Arcivescovo di Tokyo ha dato il triste annuncio.

L’area metropolitana della capitale giapponese è nuovamente in stato d’emergenza per la nuova ondata di contagi Covid. Uno “Stato d’emergenza” dichiarato per la quarta volta e, in questo caso, in concomitanza con le Olimpiadi che, come annunciato, saranno a porte chiuse. Un’area limitata che comprende la metropoli di Tokyo e durerà dal 12 luglio al 22 agosto.

Se da un lato gli eventi saranno senza la presenza di pubblico, dall’altro lato il pericolo che, comunque, gli atleti e i loro rispettivi staff comunque si assembrino, è dietro l’angolo.

L’arcidiocesi: “Sono ancora in vigore le regole per accedere in chiesa, anche con le Olimpiadi”

Tutto questo ha messo in allarme, oltre che il Governo locale, anche la Chiesa. L’Arcidiocesi della città di Tokyo ha, infatti, annunciato a tutti i suoi fedeli che, in tutte le parrocchie,restano in vigore le disposizioni emanate lo scorso 20 giugno e che già prevedono la presenza nelle chiese per le celebrazioni solo di un numero limitato di persone distanziate e registrate in parrocchia”, come scritto nel comunicato emanato.

Il Vescovo: “Ad atleti e turisti, invitiamo a non visitare le chiese”

Monsignor Kikuchi, arcivescovo metropolita della città, prega atleti e staff che arriveranno in città “ad astenersi dalle visite alle chiese”. Uno dei principi guida della chiesa di Tokyo, preso anche nelle precedenti ondate Covid, “è sempre stato non infettarsi e non consentire che altri siano infettati” – continua il comunicato.

Mentre adottiamo le misure adeguate contro l’infezione da Covid-19, facciamo del nostro meglio per rispondere alle preoccupazioni di quanti sono nel bisogno. In questa difficile situazione possa la mano misericordiosa del Signore raggiungere attraverso la nostra mano tesa le molte persone che si trovano ad affrontare la crisi nelle loro vite” – conclude il comunicato della Diocesi giapponese.

In un momento difficile, anche le Chiese sono costrette ad adeguarsi, purtroppo chiudendo le loro porte anche agli atleti.

Fonte: asianews

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ROSALIA GIGLIANO

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