Santa Rosalia si affermò come una delle sante più conosciute e venerate nella cristianità siciliana e in particolare di quella palermitana.
La “Santuzza”, come affettuosamente viene chiamata dai palermitani. Decise di consacrarsi a Dio come eremita, scegliendo la vita ritirata e solitaria del Monte Pellegrino a Palermo.
In questo quarto giorno del mese di settembre, la chiesa venera Santa Rosalia. Figlia di un nobile feudatario, Rosalia visse nel periodo di rinnovamento cristiano che i re Normanni ristabilirono in Sicilia, dopo aver cacciato gli Arabi.
In quest’atmosfera ella sentì la vocazione eremitica. Lasciò la vita di corte e si ritirò in preghiera in una grotta sul monte Pellegrino, dove, secondo la tradizione, morì il 4 settembre 1160.
La storia ci dice che nel 1625 la Santa salvò Palermo dalla peste e ne divenne la patrona. Infatti mentre infuriava la terribile epidemia arrivata in città il 7 maggio 1624, presso l’antico altare dedicato alla Santa, accanto ad una grotta sul Monte Pellegrino, avvenne un fatto straordinario. Venne rivelato in visione a Girolama La Gattuta il luogo dove si trovavano i resti mortali della Santa e questi, trovati il 15 luglio, furono portati nella camera del cardinale arcivescovo di Palermo.
Rosalia aveva già ottenuto la certezza, dalla gloriosa Vergine Madre di Dio, che, al passaggio delle sue ossa durante il canto del “Te Deum laudamus”, la peste si sarebbe fermata. Il 9 giugno fece fare una solenne processione con le reliquie ritrovate l’anno prima, liberando immediatamente durante la processione delle sante reliquie di Rosalia la città di Palermo dalla peste.
O ammirabile Santa Rosalia,
che risoluta di ricopiare in voi stessa l’immagine più possibilmente perfetta del vostro unico bene, il Redentore Crocifisso,
vi applicaste a tutti i rigori della più aspra penitenza nella solitudine di una spelonca,
in cui faceste sempre vostra delizia l’estenuare colle veglie ed i digiuni,
il macerar coi flagelli la vostra innocente carne,
impetrate a noi tutti la grazia di domar sempre
con l’esercizio dell’evangelica mortificazione tutti i nostri ribelli appetiti,
e di far sempre pascolo del nostro spirito la meditazione la più devota di quelle cristiane verità,
che solo ci possono procurare il vero benessere in questa vita e l’eterna beatitudine nell’altra.
Amen
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ROSALIA GIGLIANO
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