Oggi 28 gennaio: San Tommaso d’Aquino. Eccelso intellettuale, pilastro della Chiesa

Frate domenicano, teologo e filosofo, San Tommaso d’Aquino è un Dottore della Chiesa e principale esponente della Scolastica. 

I suoi contemporanei lo definivano Doctor Angelicus: San Tommaso d’Aquino è stato un eccelso intellettuale che dal XIII secolo rappresenta uno dei pilastri teologici e filosofici della Chiesa. La sua peculiarità è stata la conciliazione che ha operato tra la cristianità e la filosofia classica.

Santo del 28 gennaio: San Tommaso d'Aquino
San Tommaso d’Aquino – photo web source

Era il settimo figlio di Landolfo dei conti d’Aquino. Nasce quindi in una famiglia nobiliare del territorio che oggi prende il nome di Roccasecca nel 1227. Essendo il figlio più piccolo, per le usanze dell’epoca, viene destinato alla vita ecclesiastica. All’età di soli 5 anni viene mandato nell’abbazia di Montecassino dove era abate il fratello di suo padre per ricevere l’educazione religiosa.

Diventò così un oblato. I biografi del Santo sottolineano una forte devozione mariana presente in lui fin dalla tenera età. Si dice che solitamente teneva in mano una pergamena in cui era scritta l’Ave Maria. Con l’arrivo di un nuovo abate, Tommaso ormai adolescente fu mandato a Napoli.

L’Ordine domenicano e lo studio

Nel capoluogo campano Tommaso prosegue gli studi e a soli 15 anni intraprende l’Università fondata da Federico II. Conosce i Domenicani ed entra a far parte dell’Ordine nel 1241 vestendo l’abito nel 1244. In questo modo delude i genitori che lo volevano alla guida dell’abbazia di Montecassino.

Santo del 28 gennaio: San Tommaso d'Aquino
San Tommaso d’Aquino – photo web source

Si trasferisce prima a Roma e poi a Bologna, anche per sfuggire all’influenza paterna. La madre inviò gli altri figli a catturarlo e portarlo a casa. Fanno così e con l’inganno lo portano in un castello di famiglia dove resterà prigioniero per due anni. Cercano in tutti i modi di convincerlo a lasciare l’Ordine domenicano ma non ci riescono: lui è fermo a voler restare un frate predicatore.

Finalmente ritorna al convento di Napoli e poi a Roma dove Giovanni Teutonico, il maestro dell’Ordine lo invia a studiare a Parigi.diventa discepolo di colui che sarà Sant’Alberto Magno. Fa amicizia con Bonaventura da Bagnoregio, anche lui futuro santo. Scrive un commento alle Confutazioni sofistiche di Aristotele e studia la Bibbia tanto da memorizzarla bene.

Veniva chiamato il “bue muto” per le sue caratteristiche: era grosso di corporatura e molto serio e silenzioso. Ma Alberto Magno di lui dice: “Voi lo chiamate il bue muto! Io vi dico, quando questo bue muggirà, i suoi muggiti si udranno da un’estremità all’altra della terra!” prefigurando l’importanza che avrebbe avuto nella Chiesa.

Il perfezionamento teologico e il rigore della dottrina

Insieme a Sant’Alberto Magno va anche a Colonia e vi rimane per 4 anni, dai 23 ai 27. Lì continua a studiare teologia e ad affinare la sua sconfinata sapienza approfondendo il pensiero del suo maestro di impronta aristotelica. Poi diventa baccelliere a Parigi e quando viene tolto il divieto insegna il pensiero di Aristotele.

Santo del 28 gennaio: San Tommaso d'Aquino
San Tommaso d’Aquino – photo web source

Incontra delle difficoltà quando i professori parigini si oppongono alla presenza dei frati appartenenti agli ordini mendicanti. C’è uno scontro intellettuale a suon di pamphlet pubblicati da lui e dai suoi avversari. Il papa ripone fiducia in lui e lo accredita sotto il profilo teologico. Viene confermato all’insegnamento universitario a Parigi per altri anni.

Nella sua giornata era costantemente impegnato a studiare, pregare, dettare o scrivere, insegnare o predicare. In questo periodo scrive il De ente ed essentia, e poi lo Scriptum super sententias, che costituiscono la sua prima summa, cioè il compendio della conoscenza.

In seguito torna in Italia e insegna prima a Napoli, poi al convento domenicano di Orvieto, dove scrive la Summa contra Gentiles. Nel 1265 si trasferisce a Roma dove fino al 1268 scrive la Summa Theologiae, l’opera per cui è maggiormente ricordato. C’è per lui poi un secondo periodo di insegnamento a Parigi dove si inserisce nell’ambito di varie dispute teologiche e dottrinali che circolavano esponendo le sue versioni.

I punti del pensiero di San Tommaso d’Aquino

Sempre più malato torna in Italia e dopo un susseguirsi di trasferimenti muore presso l’abbazia di Fossanova il 7 marzo 1274 a 49 anni. I suoi biografi narrano di doni mistici di cui è stato rivestito nel corso della sua vita. Nella sua vasta produzione, che consta di oltre 40 volumi, con due vaste Summae, commenti alle opere di Aristotele, opere di esegesi biblica, ha sempre usato un linguaggio chiaro e facilmente comprensibile.

Santo del 28 gennaio: San Tommaso d'Aquino
San Tommaso d’Aquino – photo web source

Alla base del suo pensiero si pone il principio di non contraddizione tra fede e ragione. Per lui la filosofia parte dal basso per arrivare in alto e viceversa la teologia parte da Dio per spiegare la realtà. Tutto porta a Dio come motore immobile della storia, come causa prima. Sostiene la derivazione dell’anima da Dio così come l’esistenza di una legge morale insita nell’uomo. 

Nel 1278 il Tomismo, cioè il pensiero di San Tommaso diventa la dottrina dell’Ordine domenicano. Viene canonizzato nel 1323 e proclamato Dottore della Chiesa nel 1567. La memoria liturgica posta al 28 gennaio fa riferimento alla data della traslazione del suo corpo nel 1369.

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