Si commemora la strage degli innocenti, i piccoli martiri uccisi per ordine del re Erode follemente avido di potere.
La strage che vede coinvolti i bambini definiti Santi Innocenti avviene poco dopo la nascita di Gesù a Betlemme. Per questo sono ricordati a pochi giorni dalla commemorazione del Natale del Signore.
L’evangelista Matteo narra che dopo la venuta al mondo di Gesù Bambino e dopo che i re Magi si recarono presso di lui per presentargli i loro omaggi, il re Erode venne a sapere che era nato il Messia.
I re Magi infatti, dopo aver seguito la stella cometa erano giunti nei pressi del luogo in cui si trovava il Bambino Gesù. Ma non sapendo esattamente dove si trovasse andarono dal re Erode a chiedergli informazioni.
Gli parlarono del Messia, e lui, incuriosito e timoroso che un altro re potesse usurpargli il posto prima consultò gli scribi e poi chiese ai Magi di cercare il Bambino e di tornare a riferirgli in quale luogo si trovasse.
I Magi continuando a seguire la stella giunsero alla grotta in cui c’era la Sacra Famiglia e si prostrarono ad adorare il Bambino Gesù in quella che è stata l’Epifania, cioè la manifestazione al mondo della sua regalità messianica.
L’atroce piano di un avido re
Ma i Magi, come riporta il Vangelo, dopo l’incontro “avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro Paese“ (Mt 2, 12). Erode quando comprese che si i Magi non si erano prestati al suo gioco, si infuriò enormemente e ideò un piano delittuoso per evitare che ci fosse per lui un eventuale pericolo.
Il re temeva che questo Bambino potesse toglierli il regno e prendere potere al suo posto. Quindi, non sapendo dove trovarlo per eliminarlo, decise di uccidere tutti i bambini che avevano pressapoco la sua età.
Perciò, riporta sempre il Vangelo, “mandò ad uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù“(Mt 2,16).
Avvertito in sogno da un angelo del pericolo, San Giuseppe prese la Madre e il Bambino in quella che è ricordata come la fuga in Egitto, rientrando in patria solo dopo la morte del tetrarca. Non si conosce effettivamente il numero dei bambini che vennero uccisi ma furono certamente moltissimi.
La memoria dei Santi Innocenti è molto antica. Se ne trova traccia già nel calendario cartaginese del IV secolo ed è menzionata anche nel Sacramentario Leoniano nel secolo successivo.
È stato poi Pio V a volere che questa commemorazione fosse elevata a memoria liturgica. Il poeta Prudenzio, del IV secolo, nel suo Inno all’Epifania del Liber cathemerinòn definisce questi bambini come “flores martyrum“, fiori dei martiri, “divelti dal persecutore di Gesù Cristo, come tanti teneri germogli“.
Sono martiri perché pur nell’incoscienza di questo sono i primi a morire per Cristo. Rappresentano come una piccola avanguardia di tutti i martiri che seguiranno nel corso del tempo. Proprio per questo, in qualità di “comites Christi”, in qualche modo vicini a lui, la loro memoria liturgica ricorre solo pochi giorni dopo il Natale del Signore.