Oggi 22 settembre è San Maurizio: da valoroso condottiero, a testimone della fede

San Maurizio era un valoroso condottiero che ad un certo punto abbracciò la fede e insieme ad alcuni compagni andò incontro al martirio.

san maurizio

La figura di San Maurizio, che si ricorda oggi 22 settembre, insieme a quella di altri compagni che come lui hanno condiviso il martirio, fu un generale dell’esercito romano. La sua vicenda si colloca nel III secolo, tempo delle durissime persecuzioni ai cristiani.

Ma prima di diventare testimone della fede nella vita di San Maurizio si era verificata una forte conversione a Cristo. Sono poche le notizie che rimangono su di lui e la sua storia, ma per certo si sa che era a capo della Legione tebana egizio-romana, un esercito molto rinomato tanto da rimanere nell’immaginario come una leggenda.

Santo di oggi 22 settembre: San Maurizio e compagni

Anche se San Maurizio è il più noto, il Martirologio Romano nella giornata di oggi celebra la memoria liturgica di questo valoroso condottiero convertito insieme ad altri suoi compagni. È con queste parole che li descrive: “Nell’antica Agauno nella regione del Vallese, nell territorio dell’odierna Svizzera, santi martiri Maurizio, Esuperio, Candido, soldati, che, come riferisce sant’Eucherio di Lione, furono uccisi per Cristo sotto l’imperatore Massimiano, adornando la Chiesa, insieme ai compagni della Legione Tebea e al veterano Vittore, con la loro gloriosa passione“.

È Eucherio, vescovo di Lione del V secolo a fornire le maggiori informazioni su di loro nella Passio Agaunensium martyrum. San Maurizio, che sembra fosse nato in Egitto intorno al 250, era a capo di un esercito composto da centinaia di soldati. Dopo l’incontro con il cristianesimo e la sua conversione cambiò anche il suo modo di intendere il suo lavoro.

La conversione a Cristo non può che essere totalizzante e trasformare ogni aspetto della vita. Dopo essersi fatto battezzare trasmetteva la fede evangelizzando tutti anche i suoi soldati. All’apice della sua carriera militare, quando aveva acquisito prestigio e potere, non si fece coinvolgere da tutto ciò, ma mise da parte questi elementi per donare il suo cuore interamente a Cristo.

La scelta decisiva per amore di Cristo

Ad un certo punto arrivò il momento di una scelta, forte, importante, essenziale. Nel 285 San Maurizio si trovava coinvolto con il suo esercito a sedare una rivolta che era scoppiata al confine tra la Francia e la Svizzera. Era stato l’imperatore Massimiliano ad inviarlo per quella missione.

Ma il generale si trova a dover prendere una decisione e disobbedire di fatto agli ordini dell’imperatore, anche se questo avrebbe comportato per lui la morte. Si trattava infatti di placare quella rivolta perseguitando i cristiani. Quelli erano stati accusati di lesa maestà dall’imperatore perché si rifiutavano di seguire i suoi editti contrari alla legge del Signore.

Non volevano perciò rendere culto agli idoli e fare sacrifici a questi. Anche San Maurizio si rifiuta, sia di rendere onore agli idoli che di perseguitare i cristiani. La condanna arriva inesorabile. Avviene prima con la decimazione, ovvero l’uccisione di un soldato su dieci dell’esercito del generale disobbediente.

Poi, arrivò la condanna a morte per tutti, lui compreso. Il martirio ebbe luogo in Svizzera, in una località che poi, in seguito, prese il nome del martire, Saint Maurice-en-Valais. 

I miracoli e il legame con le Guardie svizzere

All’intercessione di San Maurizio furono attribuiti vari miracoli che contribuirono al fiorire del suo culto. Dall’apparizione del santo avvolto da una grande luce che produsse delle conversioni, alla guarigione di una donna paralitica, nel corso dei secoli si diffuse la venerazione a questo santo.

Fu soprattutto nel Medioevo che raggiunse l’apice, diffondendosi oltre la Svizzera, anche in altre parti d’Europa. Fu molto amato anche dai reali di Casa Savoia e divenne il loro personale patrono, quando il il duca Amedeo VIII di Savoia, nel 1434, decise di fondare un Ordine religioso a lui dedicato.

San Maurizio è anche il patrono delle Guardie svizzere, il corpo armato che si occupa della protezione del Vaticano e del Santo Padre, e lo è anche degli alpini.

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