Vescovo e teologo, grande in dottrina e sapienza, ha insegnato ai suoi monaci la meditazione delle Sacre Scritture, affiancandola all’obbedienza, alla carità ed alla fraternità cristiana.
Impegnato nella cura dei poveri e dei malati. Ha scritto inoltre la regola che ancora oggi ispira la vita dei Monaci basiliani.
In questo secondo giorno del mese di gennaio, la chiesa venera San Basilio Magno. Ancora fanciullo viene mandato a Neocesarea sul Ponto dalla nonna Macrina che gli impartisce un’educazione basata sui principi cristiani.
Fa ritorno in patria nel 356. Dopo un breve periodo come insegnante di retorica, su esortazione della sorella, si ritira a vita ascetica, dopo essere stato battezzato. Intorno al 360 il vescovo Eusebio chiama Basilio e gli conferisce l’ordine del presbiterato.
Nel 363 il santo ha un’apparizione della Madonna, che gli promette la protezione sul suo operato. Dieci anni dopo, nel 370, dopo la morte di Eusebio, viene eletto vescovo di Cesarea in Cappadocia, metropolita ed esarca dell’intera regione del Ponto.
Combatte contro le dottrine ariane che, con l’appoggio dell’imperatore Valente, stanno prendendo piede nella Chiesa. Lo stesso imperatore tenta a più riprese di piegare Basilio a queste dottrine considerate dalle Chiese cristiane conciliari eretiche, ma non lo contrasta mai direttamente, limitandosi a dividere in due diocesi la Cappadocia per sottrargli potere. Basilio difende l’ortodossia delle Chiese cristiane conciliari anche contro i Macedoniani e l’imperatore Giuliano.
Fa costruire una cittadella della carità con locande, ospizi e lebbrosario, chiamata Basiliade: è il primo ospedale della storia. Questa è stata la sua più grande opera, che gli è valsa il nome di Magno.
Colonna mistica della Santa Chiesa, glorioso San Basilio, animato da viva fede e da ardente zelo, non solo abbandonasti il mondo per santificare te stesso, ma fosti ispirato da Dio a tracciare le regole della perfezione evangelica, per condurre gli uomini alla santità.
Con la tua sapienza difendesti i dogmi della fede, con la tua carità ti adoperasti a sollevare ogni sorte di miseria del prossimo. La scienza ti rese celebre agli stessi pagani, la contemplazione ti elevò alla familiarità con Dio, e la pietà ti costituì regola vivente di tutti gli asceti, esemplare mirabile dei sacri pontefici, e modello invitto di fortezza a tutti i campioni di Cristo.
O grande Santo, impetrami la fede viva per operare secondo il Vangelo: il distacco dal mondo per mirare alle cose celesti, la carità perfetta per amare Dio sopra ogni cosa nel mio prossimo e specialmente ottienimi un raggio della tua sapienza per dirigere tutte le azioni a Dio, nostro ultimo fine, e così giungere un giorno all’eterna beatitudine in Cielo.
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