Santa Gemma Galgani è una mistica straordinaria, morta nel secolo scorso, che ha offerto se stessa per la conversione dei peccatori, unendo le sue sofferenze a quelle di Cristo.
La fede e l’amore forte e appassionato che lega Santa Gemma Galgani al Signore è pienamente espresso in una sua frase: “Se tutti gli uomini si studiassero di amare e conoscere il vero Iddio, questo mondo si cangerebbe in un paradiso“.
Nasce il 12 marzo 1878 a Camigliano in provincia di Lucca da una famiglia benestante come quinta di otto figli. Viene battezzata subito dopo la nascita. Già dall’infanzia nella sua vita si susseguono una serie di grandi sofferenze. Ha solo 7 anni quando la mamma si ammala gravemente e già in quel periodo si manifestano in lei i primi fenomeni mistici. In un incontro con Gesù offre il sacrificio di accettare la morte della madre con la promessa che vada con Lui nella beatitudine eterna. Nonostante questi doni soprannaturali è una bambina in tutto il resto normale e manifesta anche i capricci dell’età.
La malattia e il suo rapporto speciale con il Signore
Dopo la morte della madre la famiglia di Gemma è segnata da altri lutti: prima la morte di un fratello e poi quella del padre. Arriva anche la prova della povertà e Gemma viene affidata ad una zia. Altre prove la aspettano: si ammala di osteite alle vertebre lombari e di otite mastoidea. Per diversi mesi rimane a letto semiparalizzata. In quel periodo legge la biografia di San Gabriele dell’Addolorata, da cui rimane molto colpita. Inoltre prega Santa Maria Margherita Alacoque e per sua intercessione ottiene la guarigione.
Gemma cresce ed è ammirata per la sua grande bellezza. Riceve una proposta di matrimonio ma la rifiuta perché intanto è maturato in lei un forte desiderio di consacrarsi al Signore. Per vari motivi però non riuscirà a realizzare questo sogno. Niente però le impedisce di vivere immersa nella contemplazione di Gesù Crocifisso. L’8 giugno del 1899, nell’Ottava del Corpus Domini e vigilia della festa del Sacro Cuore di Gesù, riceve il dono delle stimmate, che si ripeteranno periodicamente dalla sera del giovedì alle ore 15 del venerdì.
Per un certo periodo si manifesteranno di continuo, tutti i giorni. Oltre a questi vive anche altri fenomeni mistici, come i colloqui con Gesù, con la Madonna, con il suo Angelo custode e con San Gabriele dell’Addolorata. Questi colloqui saranno riportati nell’epistolario, nel suo Diario e nell’Autobiografia.
L’offerta di se stessa per la salvezza dei peccatori
Nel 1899 Gemma trova accoglienza nella casa della famiglia Giannini, ricca di fede, che la ospita. Nel 1902 le viene diagnosticata la tisi e deve allontanarsi trasferendosi in un appartamento vicino per evitare il contagio. Muore l’11 aprile 1903 il Sabato Santo dopo i Vespri, quando già si entra nel tempo della Resurrezione. Ha solo 25 anni quando conclude la sua vita terrena che ha vissuto all’insegna del dolore, ma anche da un profondo amore per Gesù che l’ha resa santa.
Oltre alle sofferenze fisiche ha subìto anche la derisione e l’umiliazione da parte di chi non credeva alle sue esperienze mistiche. Conduceva una vita molto ritirata uscendo poco di casa e solo per recarsi in Chiesa. Quella che appare come una vita insignificante e perfino triste agli occhi del mondo è stata invece ricchissima e feconda. La sua fede ha portato moltissime conversioni e tuttora i luoghi in cui ha vissuto sono meta di pellegrinaggio.
Nelle sue unioni mistiche con il Signore si offriva vittima per la conversione dei peccatori, accettando di portare su di sé i dolori simili a quelli della Passione. Si è fatta vicina e simile a Cristo, e, come ricorda il Martirologio Romano, è stata “insigne nella contemplazione della Passione del Signore e nella paziente sopportazione dei dolori“. Trenta anni dopo la sua morte è stata beatificata e nel 1940 è canonizzata da papa Pio XII che la definisce come “stella del suo Pontificato”.
Preghiera a Santa Gemma Galgani
O mirabile vergine Santa Gemma,
che nella tua vita terrena sei stata, per l’esercizio delle virtù,
«gemma preziosissima» agli occhi di Dio
che si degnò di arricchirti di rari carismi.
E ti onora oggi con prodigi e grazie,
degnati dal Cielo, dove godi il premio della tua santa vita,
di rivolgere uno sguardo benigno a noi che in te confidiamo.
Fa che, a tua imitazione,
sappiamo fuggire sempre il peccato e,
nel fiducioso abbandono al Padre Celeste,
come figli nel Figlio, Gesù nostro Salvatore,
ci manteniamo sempre fedeli al Vangelo.
Fa che sperimentiamo la potenza della tua intercessione.
Amen
