Oggi la Chiesa celebra Santa Chiara, fuggita di casa a diciotto anni per seguire la sua chiamata più grande, insieme a San Francesco: è l’esemplare controparte femminile del Poverello di Assisi.
Canonizzata a due anni di distanza dalla morte, Santa Chiara d’Assisi visse poveramente, in totale umiltà e abbandono a Dio. Sulle orme del «giullare di Dio», grande paladino di Madonna Povertà.
Chiara nasce nel 1194 ad Assisi. Di nobili e facoltosi genitori, lascia la ricca aristocrazia di Assisi per adottare lo stile di vita di Francesco d’Assisi. Lei, bellissima diciottenne di nobile casato, rinuncia all’importante matrimonio che i genitori avevano stabilito per lei per seguire la sua vocazione.
Così lascia la casa di famiglia per unirsi segretamente ai frati minori la notte del 18 marzo 1211. Elusa la sorveglianza dei fratelli che montavano la guardia, Chiara si dilegua attraverso la porticina usata allora per fare uscire le bare dei defunti e si dà alla fuga. Raggiunge così la chiesetta della Porziuncola dove ad attenderla ci sono Francesco e i suoi compagni.
Chiara diventa sposa di Cristo e indossa il saio
Chiara s’inginocchia davanti all’altare e si fa tagliare i capelli da Francesco. Caduti i lunghi capelli biondi, indossa un ruvido saio della penitenza di tela grossolana, stretto ai fianchi da un cingolo di corda. In quel momento la giovane diviene sposa di Cristo promettendo di vivere in obbedienza, castità e povertà.
Quella notte stessa la conducono al monastero delle benedettine di San Paolo, nel tentativo di sottrarla all’ira dei fratelli e dello zio Monaldo, infuriato per la «sciagurata» scelta di vita della nipote. Il giorno dopo infatti si presentano lì, armati di tutto punto, per averla indietro.
La fondazione delle Clarisse
Successivamente Chiara verrà trasferita nel piccolo e poverissimo convento di San Damiano, dove resterà fino alla morte e realizzerà in maniera esemplare l’ideale di povertà dormendo su mucchio di frasche secche e usando per guanciale un tronco d’albero. Presto altre donne busseranno alla porta del convento per condividere la vita di Chiara. Vengono poste così le fondamenta del Secondo ordine francescano che dal nome della sua fondatrice si chiamerà successivamente delle Clarisse.
Chiara ne scrive la regola definitiva – prima donna a scriverne una – chiedendo a Papa Gregorio IX il «privilegio della povertà» per uniformarsi al ritmo spirituale di San Francesco. Santa Chiara muore la mattina dell’11 agosto 1253, diciassette anni dopo la nascita al cielo di San Francesco.
Poco prima della sua morte un messo di papa Innocenzo IV era giunto da lei col decreto
di approvazione della regola che assicurava la conservazione del carisma di san Francesco d’Assisi, fondato sulla povertà radicale e la totale fiducia nella divina Provvidenza, nelle sempre più numerose comunità femminili.
Due anni dopo la sua morte papa Alessandro IV la canonizzerà, mente Pio XII col breve apostolico Clarius explendescit (14 febbraio 1958) la dichiarerà patrona universale della televisione.