Le Sante Rufina e Seconda sono due sorelle martiri del III secolo, che subirono l’opposizione alla loro fede cristiana da parte dei fidanzati, ma rimasero salde e non rinnegarono il Signore.

Nella giornata di oggi 10 luglio si commemorano le sante Rufina e Seconda. Si tratta di due sorelle entrambe morte martiri per la fede cristiana durante le persecuzioni dei primi secoli del cristianesimo. Queste due giovani donne vivevano a Roma nel III secolo.
Una Passio del V secolo ci rivela le maggiori informazioni su di loro. Come ci ricorda il Martirologio Romano furono martirizzate al “nono miglio della via Cornelia“. Il martirio si attesta intorno al 260 circa. Era il tempo dell’impero di Valeriano e Gallieno.
Santo di oggi 10 luglio: Sante Rufina e Seconda
Entrambe erano fidanzate e anche i loro fidanzati erano cristiani. Ma quando le persecuzioni si fecero pressanti i due, che non erano saldi nella fede come loro, volevano che le sorelle abiurassero. Volevano scendere a compromessi per aver salva la vita fisica, rinnegando di fatto il Signore.
Rufina e Seconda però, avevano un grande amore per Cristo e non vollero assolutamente cedere alle richieste dei fidanzati. Mentre loro erano diventati apostati, le sorelle fecero voto di verginità, abbandonando quindi coloro che volevano farle abiurare.
I due fidanzati, ancor più irritati da questo decisero allora di vendicarsi e le denunciarono alle autorità. Così le sorelle andarono incontro al martirio e alla morte. Prima furono condannate dal prefetto Giunio Donato dopo esser state catturate e consegnate alla prigione.
Il martirio per la fede
La morte per loro non arrivò subito, ma dopo tante sofferenze. L’uso era quello di sottoporre i condannati a torture. Anche Rufina e Seconda ebbero questa sorte e subirono vari tentativi di induzione all’apostasia. Ma la loro fede le fece resistere con perseveranza e l’amore per Gesù fu la loro forza.
Neanche la prospettiva di una vita felice e tranquilla le fece desistere dal rifiuto di rinnegare il Signore. La condanna a morte prevedeva che fossero portate in un bosco denominato Silva Nigra, situato nei pressi della via Cornelia.
Lì trovarono la morte: Rufina per decapitazione e Seconda per le percosse ricevute con un bastone. Le loro spoglie furono lasciate abbandonate in quel luogo e fu una donna cristiana di nome Plautilla che si prese cura di recuperarle e di seppellirle degnamente. L’uso di dar degna sepoltura ai cristiani martirizzati era un atto di pietà che gli altri cristiani compivano a rischio della loro stessa vita, clandestinamente.
Papa Anastasio IV fece trasferire i loro corpi nel Battistero Lateranense nell’altare di sinistra dell’atrio, di fronte a quello dei ss. Cipriano e Giustina, dove riposano fino ad oggi.
Il culto
Nei tempi successivi sorse il culto legato a loro. Nel luogo in cui furono sepolte sembra siano accaduti numerosi miracoli e questo contribuì a far accrescere la venerazione verso queste due sante sorelle. La Silva Nigra fu ribattezzata in Silva Candida e nel IV secolo papa Giulio I diede ordine di edificare una basilica che però poi con il passare del tempo è andata perduta e oggi non ne rimane niente. Restano solo alcuni residui di pavimenti a mosaico conservati presso il Museo dell’Alto Medioevo che si trova all’Eur.
A Milano, nella Pinacoteca di Brera si trova invece un dipinto in cui è raffigurato il Martirio delle Sante Rufina e Seconda: si tratta di un’opera seicentesca defintia ” a tre mani” perché realizzata da tre artisti insieme: Giulio Cesare Procaccini, Giovanni Battista Crespi detto il Cerano e Pier Francesco Mazzucchelli detto Il Morazzone.