Non immaginiamo quanto male sia capace di scatenare la bestemmia

La bestemmia è un male così devastante di cui spesso non ci si rende conto. Purtroppo però è sempre più diffusa, per questo c’è bisogno di riaffermare con forza le ragioni per cui si tratta di un male “mortale”.

Oggi sempre più, infatti, sentiamo purtroppo con assurda facilità uomini e donne di tutte le età imprecare per strada, alla fermata del bus, sotto casa, bestemmiando con assoluta facilità e senza che nessuno li rimproveri.

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Nella Chiesa esiste “peccato mortale” e “peccato veniale”. La bestemmia è di fatto pienamente inserita nella prima categoria. Nel primo caso, infatti si compromette radicalmente il rapporto di amicizia con Dio, nel secondo esso viene incrinato, ma non del tutto spezzato.

Cosa accade quando uno bestemmia

Per il peccato mortale si potrebbe fare un paragone con l’amicizia umana, che viene spezzata con un singolo gesto di forte rottura. Come ad esempio una grave offesa, una disattenzione importante, uno sgarbo particolarmente toccante.

Nel caso del peccato, però, il rapporto che si interrompe è quello con Dio, che da parte sua ci lascia sempre liberi di metterci in gioco e di accoglierlo o rifiutarlo nel nostro cuore. Rifiutare la sua presenza è il vero peccato, che quindi spezza il legame di amore dell’uomo con Dio. Per questo la bestemmia è un peccato mortale.

Spesso ci si chiede se esista una gradualità delle colpe tra i diversi peccati mortali, ad esempio tra uccidere o bestemmiare, che all’atto pratico hanno sicuramente conseguenze diverse.

La diversa gradualità delle colpe mortali

La gradualità delle colpe mortali può infatti certamente essere ordinata e messa in scala di importanza, in base alla reversibilità o meno delle azioni compiute. Un bestemmiatore può infatti attingere il perdono di Dio e convertirsi, diventando per di più “segno” per le persone che l’hanno sentito e che in seguito vedranno il suo cambiamento.

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Lo stesso può fare, in maniera certamente più dura e complicata, un assassino, che però non potrà mai riportare in vita la persona o le persone che ha ucciso. Di conseguenza, questo rende il suo peccato più grave, perché l’intangibilità della vita umana è un valore assoluto per la Chiesa.

Rispettare la vita in ogni forma e contesto significa infatti accogliere la fede nel Dio della vita. Potremmo quindi dire che in questo senso l’omicidio è una forma suprema di bestemmia, e che i peccati contro le persone hanno maggiore gravità rispetto a quelli contro le cose.

Bestemmiare significa allontanarsi da Dio

Bestemmiare significa quindi allontanarsi da Dio. Se non si corre a riparare questo male, può diventare anche un dramma irreversibile, davvero il peggiore di tutti. Cosa mai può esserci infatti di più doloroso di allontanarsi da Dio stesso?

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Tuttavia, non bisogna nemmeno dimenticare che non c’è atto umano che possa allontanare in maniera definitiva l’amore di Dio, perché quest’ultimo è infinito, specialmente davanti alla miseria del peccato umano a cui non si può sfuggire. Dio, però, ci ama e ci offre la sua salvezza.

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Lo spiega la Lettera ai Romani (5,7-11): “Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione”.

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